Costituente 5 Stelle: l’addio a Beppe Grillo e al tetto dei due mandati. Il simbolo del partito al momento resterà lo stesso. L’ira dell’ex garante.
Il lungo e tortuoso viale che porterà al new deal del Movimento 5 Stelle è finito. Alla fine la Costituente ha scelto di seguire il leader Giuseppe Conte, dicendo addio per sempre a Beppe Grillo.
Con il 63% dei voti i grillini hanno cancellato la figura del garante e fondatore, dando il via alla fase “progressista e indipendente”, come l’ha definita l’ex premier. Cancellato anche il limite dei due mandati, che potrebbe riportare sulla scena politica una parte del vecchio Movimento 5 Stelle. Alcuni di loro si sono anche presentati alla Costituente, come Alfonso Bonafede, Roberto Fico, per il quale potrebbe aprirsi una nuova opportunità alla regionali in Campania.
Al centro del dibattito, anche il simbolo dei grillini: è stato deciso che un’eventuale modifica dovrà passare per il voto degli iscritti. Al momento quindi, non ci saranno modifiche né al nome del partito né al suo logo.
Il Movimento 5 Stelle si posiziona a sinistra e apre a nuove alleanze, a patto però, che siano solo programmatiche. Vuol dire che il partito di riserverà di decidere di volta in volta, sulla base delle proposte agli elettori, se fare parte o meno del campo largo.
Nel fine settimana prossimo il leader Giuseppe Conte sarà ospite all’assemblea nazionale di Europa Verde insieme con Elly Schlein, Nicola Fratoianni, Maurizio Landini, Carlo Calenda e ovviamente Angelo Bonelli. Questa occasione servirà a capire in quale modo la vittoria dell’ex premier nella battaglia con Beppe Grillo influirà sui lavori in corso per creare un’alternativa alla destra.
Migliaia di iscritti si sono presentati al Palazzo dei Congressi di Roma per partecipare a Nova, la kermesse che chiudeva la Costituente. Non sono mancati momenti di tensione, quando in sala sono piombati una ventina di contestatori gridando “trasparenza” e intonando in coro “dimissioni”.
Dal punto di vista del programma, gli iscritti hanno confermato l’interesse ad occuparsi dei temi cari ai grillini, come la sanità pubblica, la legge sul fine vita, il lavoro, l’abolizione del contante, l’obbligo del servizio civile, la legalizzazione della cannabis.
Di Beppe Grillo nessuna traccia fisica, ma solo un criptico stato Whatsapp: “Da francescani a gesuiti”. Non si sono presentati neppure Danilo Toninelli e Virginia Raggi. Difficile immaginare che il fondatore del Movimento 5 Stelle si limiti a un commento del genere. C’è chi parla di ira nei confronti di Conte: “Non gli darò tregua”, avrebbe detto a qualche fonte vicinissima.
Alla fine l’avvocato del popolo ha avuto la meglio su Grillo dopo un lungo periodo di screzi tra di loro, arrivati all’apice nelle scorse settimane, quando l’ex premier in un’intervista a Bruno Vespa per il nuovo libro, ha dichiarato che ormai i rapporti tra lui e l’ex comico erano deteriorati e definitivamente irrecuperabili. A far discutere, anche l’annuncio che il contratto di consulenza per la comunicazione che Grillo aveva in essere con il Movimento 5 Stelle, dal valore di 300mila euro, non sarebbe stato rinnovato. Da lì, la Costituente e infine, la cancellazione della figura del garante dallo statuto del partito.