Oggi arriverà la sentenza per l’omicidio di Giulia Tramontano con la decisione sul futuro di Alessandro Impagnatiello, proprio nel giorno dedicato a contrastare la violenza sulle donne.
Il padre della ragazza, Franco, ha specificato alla vigilia della sentenza che questa servirà a dare un segnale per tutte le vittime e per evitare che questi episodi si possano ripetere.
Reo confesso del femminicidio della fidanzata, incinta al settimo mese, rischia l’ergastolo come è stato chiesto dalla procuratrice aggiunta di Milano Letizia Mannella e la pm Alessia Menegazzo. L’accusa è quella di omicidio volontario pluriaggravato oltre che interruzione non consensuale di gravidanza e occultamento di cadavere.
Tornando sulle parole del padre di Giulia, questi su Instagram ha aggiunto: “Chiediamo con forza che venga applicata la pena massima prevista dalla legge e cioè l’ergastolo. Non solo per rendere giustizia a lei, alla famiglia e al bambino che portava in grembo, ma anche per lanciare un messaggio chiaro e inequivocabile. Questa richiesta non è mossa da vendetta, ma da un profondo senso di giustizia. È una piaga che devasta la comunità e confidiamo che le istituzioni sappiano agire con fermezza dimostrando che la legge è sempre dalla parte delle vittime. Giulia? Rispetto per la sua vita spezzata e il dolore che ha lasciato, che non sia calpestato da parole che tentano di piegare la verità. La dignità di una vittima non può essere mai sacrificata per costruire una difesa“.
La difesa di Alessandro Impagnatiello ha costruito il suo lavoro sul fatto che questi “non voleva uccidere Giulia Tramontano, ma sperava di provocare un aborto spontaneo”. Parole di Giulia Gerardini, una delle due avvocate dell’uomo, nell’arringa davanti alla Corte d’Assise di Milano.
Si è parlato da parte della difesa di mancanza di progettualità e di una rabbia fredda come definita anche dagli psichiatri nella perizia disposta dal Tribunale. Sempre Gerardini ha parlato di differenza tra “premeditazione” e “preordinazione”.
“Come sta Alessandro? Potete immaginarlo, si sta decidendo il suo destino. Anzi, è anche sbagliato dire così, perché il suo destino è stato deciso ben prima e lo ha deciso lui stesso“, spiega l’avvocato Samanta Barbaglia.
Giulia è stata uccisa a Senago, nell’appartamento che la coppia condivideva, con 37 coltellate, nello stesso giorno in cui la ragazza aveva incontrato l’altra compagna di Impagnatiello. Aveva tentato di ucciderla con del veleno per topi e l’aveva poi aggredita tentando di bruciare il corpo per far disperdere le tracce.