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Giulia Cecchettin, la difesa di Turetta vuole evitare l’ergastolo: “No alla legge del taglione. Filippo non sa premeditare nulla”

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Giovanna Sorrentino

Oggi ho un compito non facile: difendo un ragazzo che ha ucciso”. Comincia così l’arringa dell’avvocato di Filippo Turetta. 

Dopo la richiesta di condanna all’ergastolo del pubblico ministero Andrea Petroni, oggi, 26 novembre, davanti alla Corte di Assise di Venezia è il giorno dell’arringa a difesa di Filippo Turetta, reo confesso del femminicidio di Giulia Cecchettin. La prossima udienza sarà quella della sentenza, il prossimo 3 dicembre.

Giulia Cecchettin, la difesa di Turetta vuole evitare l’ergastolo: “No alla legge del taglione. Filippo non sa premeditare nulla” (Ansa Foto) – notizie.com

L’avvocato Giovanni Caruso prova a smontare la premeditazione, sulla quale ieri, nel giorno dedicato alla lotta alla violenza sulle donne, ha puntato la Procura. “È un caso di scuola, mi sembra difficile trovare una premeditazione più premeditata di questa, iniziaa quattro giorni prima in un rapporto costante con la parte offesa”, ha dichiarato il pm.

Quello di Filippo Turetta non è un caso di scuola di premeditazione. Non c’è stata dal punto di vista “ideologico”, ha detto Caruso nell’arringa difensiva. “Se c’è una personificazione dell’insicurezza e della mancanza di personalità, quello è Turetta”. 

Tutti gli elementi comprovano che si è trattato di un’aggressione a cortocircuito”. Caruso dichiara che lo studente di ingegneria ha agito “in preda all’emotività, in uno stato di alterazione emotiva, con concitazione”.

Nessun caso “scuola” di premeditazione quindi, ma solo una persona che non è in grado di prendere decisioni. “Non me ne voglia Filippo ma, a meno che non sia il più consumatore degli attori, è insicuro. Insicuro di fare gli esami, non sa se riprendere a giocare a pallavolo, non sa se Giulia è ancora innamorata di lui”. 

Il legale di Filippo Turetta: “Porterò legalità nel processo”

Caruso punta a convincere i giudici ad evitare l’ergastolo per Turetta: “È il tributo che lo Stato di diritto paga alla pena punitiva, a chi ritiene che debba essere messo in carcere e vada buttata via la chiave”. 

La sentenza di ergastolo, ha ricordato in Aula, viene pubblicata nel Comune dov’è stata emessa e in quello in cui è stato commesso il crimine. “Porterò una goccia di legalità nel processo. È il principio di legalità che mi ispira oggi, voi siete chiamati a pronunciare non una sentenza giusta, ma dovrete pronunciare una sentenza secondo legalità. Non secondo la legge del taglione”. 

Filippo Turetta è accusato di omicidio volontario aggravato, sequestro di persona e occultamento di cadavere dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin. Durante l’arringa è seduto vicino ai suoi difensori Giovanni Caruso e Monica Cornaviera, ha la testa bassa. Anche oggi, come ieri, Gino Cecchettin e Carla Gatto, padre e nonna della vittima, sono assenti in Aula.

Durante la requisitoria, il pubblico ministero ha affermato di essersi sentito “preso in giro” dopo gli interrogatori nel carcere di Montorio, dove Turetta è recluso, e anche in quello recente in Aula. L’accusa mette in discussione la collaborazione dello studente di ingegneria, ad esempio nel caso della “lista delle cose da fare” in vista del delitto, che ha spinto la Procura a contestare la premeditazione. Il pm non ha dubbi neppure sull’aggravante della crudeltà.

Secondo Giovanni Caruso il suo assistito no ha agito con crudeltà, parlando di “pugnalate alla cieca, non ricorda nemmeno quante ne ha date”. Ci sono tutti gli elementi di una serie indiscriminata di coltellate dare alla cieca di cui due mortali perché inflitte in profondità”.

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Giovanna Sorrentino