Matteo Salvini, Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, ha incontrato i sindacati per parlare dello sciopero dei trasporti in programma per il 29 novembre prossimo.
La decisione è stata quella di una precettazione che obbligherà i sindacati a rivedere le loro posizioni. Che però di certo non resteranno in silenzio.
Emanuele Ronzoni, segretario organizzativo della Uil, parla a Notizie.com spiegando il perché dell’incontro di oggi: “Siamo andati dal Ministro che ci ha convocati questo pomeriggio dopo la nostra risposta ufficiale a una lettera arrivata dal capo di gabinetto del Ministro stesso. Questi ci invitava a rivedere la nostra posizione rispetto alla programmazione dello sciopero nel settore del trasporto ferroviario da 8 a 4 ore. Abbiamo risposto che avremo mantenuto l’impegno e la decisione assunta di andare avanti nel nostro percorso e aspettavamo la convocazione, come la legge prevede, dal Ministro”.
Ronzoni svela poi quanto è accaduto durante l’incontro con Salvini, sottolineando che le cose sono andate come ci si aspettava. “Abbiamo presentato la nostra contrarietà rispetto alla comunicazione e alla valutazione inviata al Ministero: non era tecnica come invece doveva essere per la commissione, ma politica. Noi avevamo rispettato tutte le procedure nella proclamazione. In più, quando in prima battuta ci è stato chiesto di rivedere alcune cose rispetto ad alcuni settori, avevamo condiviso con loro escludendone alcuni dallo sciopero. Ci sembrava di aver ottemperato a tutto quello che la legge prevede. La relazione ha messo il Ministro nelle condizioni di dire che se non ci sarebbero stati dei ripensamenti avrebbe applicato quello che la norma prevede, la precettazione. Ce l’aspettavamo”, spiega Ronzoni andando a fondo nella questione.
Cosa faranno i sindacati dopo la precettazione di Salvini
Ora sarà importante osservare la risposta da parte dei sindacati dopo la decisione di Salvini che si appella alla precettazione nei confronti dello sciopero dei trasporti. Emanuele Ronzoni spiega: “Stiamo andando verso un intervento sempre più mirato per condizionare e limitare un diritto sacrosanto riconosciuto dalla Costituzione, quello allo sciopero. La motivazione è stata quella del sommarsi di tanti scioperi generali in grado di provocare troppe difficoltà al resto dei cittadini. Ma lo sciopero si fa anche per loro che sono lavoratori e lavoratrici”.
“Abbiamo confermato al Ministro che eviteremmo gli scioperi se fossero rinnovati i contratti di lavoro, se la legge di bilancio avesse dato le risposte che avevamo chiesto rispetto all’occupazione, agli investimenti sulla sanità, alla questione fiscale ed alle pensioni. In assenza di queste risposte la Costituzione riconosce il diritto di scendere in piazza a scioperare. Se questo viene ridimensionato per una questione politica, la cosa è preoccupante”, queste le motivazioni forniteci dalla Uil.
E ora cosa accadrà? Ronzoni dice che in sindacati presenteranno ricorso, ma che poi saranno costretti ad accettare la decisione del Ministero: “Ora arriverà l’atto di precetto e come l’anno scorso faremo ricorso. Siamo rispettosi di quello che sono le leggi e le normi del Paese. Ci viene data facoltà di fare ricorso e lo faremo. I tempi però sono strettissimi e probabilmente non avrà un esito positivo. A quel punto non possiamo mettere a repentaglio la vita lavorativa ed economica dei lavoratori e delle lavoratrici. Prenderemo atto di questa imposizione del precetto, immotivata.”