Benjamin Netanyahu ha ufficializzato di aver raggiunto l’accordo per il cessate il fuoco con Hezbollah. Tregua in Libano, ma cosa può succedere ora?
Il premier israeliano ha confermato che non ci saranno più attacchi se Hezbollah non si riamerà. A quel punto potrebbe ripartire il conflitto per attuare il principio di autodifesa.
Ma chi ne esce vincitore da questa tregua? In questo senso non ha dubbi Claudio Bertolotti di Ispi che commenta la situazione a Notizie.com: “La tregua raggiunta è un risultato che torna comodo a tutte e due le parti. Hezbollah ha la necessità di riorganizzare logisticamente la propria capacità di comando e controllo e anche di fare i conti su quelle che sono le capacità residue sia da un punto di vista politico che militare. Dall’altro Israele deve considerarla una vittoria perché è riuscita a ridimensionare la minaccia e ottenere ora sulla carta una cessazione degli atti ostili a danno di Israele ed è riuscita a ottenere un successo strategico perché ha imposto all’Iran di spingere verso l’accettazione della tregua”.
Ora però la palla passa all’Iran che ha determinati compiti da portare a termine. “Di fatto l’Iran, responsabile primo di quanto sta accadendo in Medio Oriente, dovrà dare ordine ai suoi gruppi di prossimità e fare un passo indietro rispetto al piano originale che prevedeva un’escalation orizzontale con tutti gli attori contro l’Iran. Per la prima volta Israele è riuscito a imporre, da oggi, l’applicazione della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, cosa che non è riuscita a fare l’Onu nel corso degli anni. Di fatto ha imposto una fascia demitarilizzata fino al fiume Litani dove le truppe israeliane sono arrivate. Imponendo a Ezbollah di non superare più quella linea“, così sottolinea l’esperto.
Iran fermato, cosa accadrà ora?
Dopo la tregua del conflitto armato in Libano quali saranno gli scenari, si tornerà agli attacchi e alle stragi? Bertolotti è sicuro: “Tutto dipende da Hezbollah, Israele ha fatto la sua parte e non ha nessun interesse ad andare oltre. Il suo obiettivo era creare questa zona demilitarizzata come previsto dalla 1701. Se Hezbollah non dovrebbe rispettare l’accordo, Israele sarebbe autorizzato ad applicare il principio dell’autodifesa. Riprenderebbe il conflitto da dove si è interrotto. Se in questi due mesi di cessate il fuoco e tregua dovesse essere mantenuta la tranquillità, con ogni probabilità sarebbe estesa la tregua arrivando da un cessate il fuoco a un accordo tra le parti di più consistente durata”.
Una guerra che da ormai più di un anno è diventata accesa e violenta, con speranze pari a zero di vederla terminare. Ma Bertolotti ha in mente qual è il responsabile principale del conflitto e cosa dovrebbe fare per far fermare il fuoco. “È fondamentale ricondurre l’Iran all’interno dei binari delle relazioni internazionali. Iran ha l’obiettivo di eliminare Israele, il suo competitor a livello regionale e in rapporti sempre più stretti, grazie agli Accordi di Abramo, con i paesi arabi sunniti. Questi di fatto si stavano avviandosi verso un processo di normalizzazione, processo interrotto con gli attacchi del 7 ottobre del 2023 da parte di Hamas, ma voluti e pianificati dall’Iran. Se si vuole risolvere la questione medio orientale, si deve riportare l’Iran degli Āyatollāh sulla via del dialogo sul piano delle relazioni internazionali. Iran si troverà a essere ridimensionato nel suo ruolo se questo processo di normalizzazione andrà in porto, quando l’Arabia Saudita siglerà gli accordi commerciali e il riconoscimento diplomatico tra Israele e Riyad“, conclude l’esperto.