La consigliera comunale di Genova Francesca Ghio ha denunciato pubblicamente in aula di aver subìto stupri ripetuti all’età di 12 anni.
Sta tenendo banco in queste ore il caso di Francesca Ghio, consigliera comunale di Genova. La donna nelle scorse ore ha denunciato, nell’aula consiliare del capoluogo ligure, di aver subìto all’età di 12 anni violenze sessuali. La donna non ha denunciato per anni gli abusi e, come detto da lei stessa, avrebbe preso questa decisione ispirata dalla tragica vicenda di Giulia Cecchettin.
La 31enne, consigliera comunale eletta nel 2022 con la lista EuropaVerde/Sansa/Linea Condivisa, avrebbe subìto stupri reiterati nel tempo, violenze fisiche e psicologiche inferte “tra le mura di casa da parte di un uomo di cui mi fidavo e che nessuno avrebbe pensato potesse essere un mostro. Un dirigente genovese, il vostro bravo ragazzo“.
La Procura della Repubblica di Genova, dopo la denuncia pubblica e le varie interviste rilasciate da Ghio, ha aperto un fascicolo di inchiesta sull’accaduto con l’ipotesi di violenza sessuale su minorenne. Al momento il fascicolo è a carico d’ignoti. È assegnato al procuratore aggiunto Vittorio Ranieri Miniati. La donna potrebbe quindi essere ascoltata dai magistrati o dalla polizia giudiziaria già nelle prossime ore. Il timore è che i fatti denunciati possano essere prescritti. C’è infatti da considerare il tempo trascorso tra i presunti abusi e la denuncia che dovrebbe essere formalizzata.
Da quanto emerge da un punto di vista tecnico e giuridico, però, il reato è ancora procedibile e perseguibile. Questo, pur non essendo di semplice ricostruzione per via dell’arco temporale trascorso. Il termine per la prescrizione della violenza sessuale è di 24 anni, con l’aggravante nel caso di reati compiuti ai danni di minorenni. Il che sposta in avanti il termine iniziale per il conteggio della prescrizione. Traslandolo al compimento del 18esimo anno di età.
Per quanto riguarda il caso di Giulia Cecchettin, la giovane tragicamente scomparsa lo scorso anno per mano del dell’ex fidanzato reo confesso Filippo Turetta. Hanno fatto molto discutere le tesi della difesa del ragazzo, secondo cui Turetta avrebbe agito senza premeditazione né crudeltà. “Ieri mi sono nuovamente sentito offeso, la memoria di Giulia è stata umiliata. – ha commentato Gino Cecchettin, padre della ragazza – La difesa di un imputato è un diritto inviolabile. Ma è importante mantenersi entro un limite dettato dal buon senso e dal rispetto umano“. La sentenza è attesa per il prossimo 3 dicembre. La Procura ha richiesto l’ergastolo.
Tornando al caso di Francesca Ghio, la donna ha spiegato il perché la denuncia è arrivata solamente ora. “Se le donne non denunciano e se io non l’ho fatto 20 anni fa è perché non avevo gli strumenti per capire come potermi ribellare a quella violenza. La mia è stata una denuncia per far sì che tutti potessero guardare la violenza negli occhi in quell’aula che è troppo spesso lontana dalla realtà, mostrandosi inadeguata a dare quelle risposte che devono arrivare dalle istituzioni“.
Ghio ha poi spiegato: “Ho usato il mio corpo, la mia voce, la mia storia come gesto politico. Finché non accetteremo che il problema esiste, non potremo usare gli strumenti giusto per affrontarlo. Finiremo con il ritrovarci tra un anno a un nuovo 25 novembre con una nuova lista di femminicidi e di violenze, è ora di dire basta“.