Blitz della guardia di finanza e dei carabinieri: nel mirino migliaia di provvedimenti. Inchiesta sull’immigrazione clandestina in Italia.
Terremoto per l’immigrazione in Italia. Per la prima volta le autorità hanno bloccato e revocato migliaia di istanze “inquinate” dei decreti flussi degli ultimi 4 anni. Un dato ormai è certo. Nei meccanismi regolari dei decreti flussi e del click day sono riusciti ad infiltrarsi gruppi criminali.
Organizzazioni ben strutturate che hanno inquinato le procedure con l’unico obiettivo di arricchirsi sulle spalle dei migranti. Un lavoro enorme quello di guardia di finanza e carabinieri. Che sono riusciti ad individuare migliaia di lavoratori, centinaia di aziende e decine di persone coinvolti nella compravendita di nulla osta, visti e permessi.
Così ieri le forze dell’ordine, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Salerno hanno bloccato e revocato 3339 istanze per l’arrivo in Italia di altrettanti lavoratori extracomunitari, inoltrate da 142 aziende operanti prevalentemente nei settori dell’agricoltura, dell’edilizia e dell’assistenza domestica.
Colpito, in particolare, l’iter amministrativo disciplinato dai decreti flussi degli anni 2021, 2022, 2023 e 2024. Si tratta della seconda tranche dell’inchiesta partita nel luglio scorso quando sono state indagate 53 persone. Le accuse in quel caso erano a vario titolo di immigrazione clandestina, riciclaggio, autoriciclaggio, utilizzo ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. Nella rete c’erano imprenditori, addetti ai patronati, liberi professionisti, soggetti legati alla camorra, in particolare il clan Cesarano operante nella provincia napoletana e salernitana.
I migranti, insomma, provenienti soprattutto da Bangladesh e Marocco, arrivavano a pagare anche mille euro per un’istanza, duemila euro per un nulla osta. Altri duemila euro per un contratto di lavoro falso. Nelle scorse ore i carabinieri per la Tutela del lavoro e gli uomini della guardia di finanza, agli ordini del capitano Angelo Attanasio, hanno eseguito due distinti provvedimenti. Il primo ha colpito la criminalità organizzata, che ha agito sul territorio di Battipaglia, in Campania, e a Matera, in Basilicata.
Il secondo ha inflitto un duro colpo ad un’associazione individuata dalla Procura salernitana in grado di “sparpagliare” extracomunitari in tutta Italia, in ben 29 province. Da Catania a Palermo, da Ragusa a Lecce e fino a Milano. Sotto sequestro oltre un milione di euro, in contanti, considerato provento della presentazione delle false richieste di assunzione di manodopera di cittadini extracomunitari al fine di consentirne l’illecito ingresso in Italia.
Fermati anche il rilascio di nulla osta al lavoro e visti d’ingresso
L’operazione quindi blocca di fatto l’iter di concessione del nulla osta al lavoro, qualora la procedura per l’ottenimento dello stesso sia ancora in itinere. Fermati anche il rilascio di nulla osta al lavoro e visti d’ingresso da parte di ambasciate e consolati. Infine, è stato revocato il beneficio concesso, dunque l’eventuale permesso di soggiorno o contratto di soggiorno stipulato, interessando anche le Questure competenti, qualora lo straniero sia già presente in Italia.
Bisogna infine ricordare che il 4 giugno scorso la premier Giorgia Meloni ha consegnato nelle mani del procuratore nazionale dell’Antimafia e dell’Antiterrorismo Giovanni Melillo un esposto sull’applicazione degli ultimi decreti flussi. Il governo sospettava che la criminalità stesse utilizzando la procedura come un canale di immigrazione irregolare.