Beppe Grillo si sarebbe impegnato a non contestare il simbolo del Movimento 5 Stelle, anche se in futuro venisse modificato.
La notizia arriva dall’Adnkronos alla vigilia del secondo voto online dal 5 all’8 novembre, che si terrà in seguito alla richiesta formale da parte del fondatore.
Gli iscritti sono chiamati a ribadire la loro scelta sulle modifiche dello statuto che si riferiscono al ruolo del garante, al comitato di garanzia, alle prerogative del presidente e al collegio dei proibiviri.
Dalla costituente è emersa anche la decisione sul simbolo del Movimento: per ora resterà lo stesso, ma non si esclude la possibilità di modificarlo in futuro, sempre dopo un confronto tra gli iscritti. Già nei giorni scorsi il presidente grillino Giuseppe Conte aveva dichiarato: “Il simbolo non è di Grillo e nemmeno di Conte. Grillo è obbligato contrattualmente a non contestarlo”.
Ed oggi, venerdì 29 novembre, è venuta fuori una vecchia scrittura privata nella quale il garante si impegnava a non portare avanti “alcuna contestazione” nei confronti del M5S sull’uso del nome e del simbolo, anche se in futuro dovesse subire modifiche. La notizia arriva dall’AdnKronos e fisserebbe nero su bianco l’impegno di Beppe Grillo a non intraprendere alcuna azione legale sull’uso del logo a cinque stelle.
Il documento sarebbe successivo al 2021, perché farebbe riferimento alla sede nazionale di Campo Marzio e proprio in quell’anno è stata stabilita lì. La scrittura privata solleverebbe Grillo da conseguenze patrimoniali di eventuali cause giudiziarie e in cambio lui sarebbe chiamato a prendere alcuni impegni.
Tra questi, quello di non avanzare “alcuna contestazione” nei confronti dell’Associazione Movimento 5 Stelle 2017, in riferimento all’uso del simbolo “come finora modificato e in futuro modificabile in tutto o in parte”. Tra gli altri impegni, quello di Grillo a non collaborare con associazioni “in contrapposizione al Movimento 5 Stelle”.
Nella scrittura privata si leggerebbe anche che “il contratto è senza termine di durata”. E si concluderà solo se il Movimento 5 Stelle smettesse di esistere.
Intanto continua la guerra a distanza tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo. La discussione è ancora sul voto dei prossimi giorni, per il quale il garante ha chiesto l’intervento di un’altra società al controllo, come ha scritto La Repubblica.
Tra gli iscritti c’è chi appoggia la vecchia guardia del comico e chi sta con il presidente. Alcuni sostenitori di Grillo hanno lanciato l’hashtag #IoNonVoto con lo scopo di non permettere il raggiungimento del quorum alla prossima votazione.
Intanto agli Stati generali della ripartenza a Bologna, Conte è tornato sulla richiesta formale del garante di ripetere il voto: “C’è un problema politico: ci viene detto andate da un’altra parte. Questa è casa degli iscritti, non di una persona. Gli iscritti hanno deciso e hanno votato”.
Conte avrebbe potuto scegliere di non ripetere il voto e intraprendere una battaglia legale con Grillo. Ma ha deciso di passare di nuovo la parola agli iscritti: “Sono un professore di diritto e un avvocato e ho le competenze per dire che quella clausola che consente al garante di dire che si deve rivotare e “in odore di incostituzionalità”. Tuttavia, “oggi non faccio l’avvocato, faccio politica e devo guidare un movimento. Ho la responsabilità di tenerlo unito e traghettarlo nel futuro”.