Il 29 novembre scorso uomini armati hanno riportato verso le coste della Libia decine di donne e bambine: i sopravvissuti sono sbarcati in queste ore in Italia.
“Nessuna notizia di donne e bambini”. Così, in esclusiva per Notizie.com Flavia Pergola, portavoce di Medici Senza Frontiere. Il caso è quello delle famiglie spezzate in mare di cui ci siamo occupati nei giorni scorsi.
Nel corso di un salvataggio in mare nel Mediterraneo centrale il 29 novembre scorso, infatti, donne e bambini che si trovavano su un gommone che stava affondando sono stati riportati verso le coste della Libia con la forza da uomini armati. Uomini ed altri minori, invece, sono stati tratti in salvo dall’equipaggio della nave Geo Barents di Msf.
La vicenda ha creato un enorme clamore mediatico a livello internazionale. L’imbarcazione è giunta in queste ore a Reggio Calabria, ultima destinazione assegnata alla Geo Barents dalle autorità italiane dopo Brindisi e Crotone. Al molo del capoluogo calabrese sono sbarcati in 83 tra uomini e minori non accompagnati.
“Sono sani e salvi. – hanno fatto sapere da Medici Senza Frontiere – Ma 29 donne e ragazze che viaggiavano con loro hanno avuto un destino diverso. Uomini armati li hanno riportati con la forza in Libia, facendo a pezzi le famiglie. Al momento non abbiamo nessuna notizia in merito”. Le persone giunte in Italia provengono da Eritrea, Yemen ed Etiopia. Uno di loro voleva buttarsi in mare per recuperare sua moglie e i figli di 4 mesi e 10 anni.
“La violenza prolungata in mare – hanno continuato dall’organizzazione umanitaria – sta raggiungendo livelli inaccettabili. La separazione delle famiglie e i rimpatri forzati non dovrebbero passare impunemente. Esortiamo le autorità italiane a indagare”. Proprio in queste ore l’Unhcr, l’agenzia Onu per i rifugiati, ha diramato un’allerta riguardante il crescente aumento del rischio di violenza di genere per le donne in fuga.
In tutto il mondo, più di 60 milioni di donne costrette alla fuga o apolidi sono esposte ad un elevato rischio di violenza. Secondo i dati delle Nazioni Unite, nel 2023 le denunce di violenza sessuale legate ai conflitti sono aumentate del 50% rispetto all’anno precedente. Le donne riguardano il 95% dei casi accertati.
“Tra il lungo elenco di rischi e abusi affrontati dai rifugiati e dai migranti che si muovono lungo le rotte verso il Mediterraneo, continuano a essere segnalati la violenza sessuale e lo sfruttamento, la riduzione in schiavitù e la tratta di esseri umani. – ha spiegato la portavoce dell’Unhcr Shabia Mantoo – Secondo le ultime stime, il 90% delle donne che si spostano lungo la rotta del Mediterraneo è sopravvissuta a violenza”.