Arresto cardiaco in campo, perché Eriksen non ha più potuto giocare in Italia e qual è il destino di Bove

L’arresto cardiaco in campo subito da Bove ha ricordato a tutti il caso Eriksen, per il calciatore della Fiorentina è dunque finita la carriera agonistica in Italia?

Quando Edoardo Bove si è accasciato in campo e i medici sono intervenuti praticandogli il massaggio cardiaco, tutto lo stadio e tutte le persone che in quel momento stavano osservando la partita sono rimaste con il fiato sospeso. In quei frenetici e interminabili istanti l’unica cosa che aveva importanza erano le condizioni del giovane calciatore, la speranza comune che il suo cuore riprendesse a battere.

Edoardo Bove in azione con la maglia della Fiorentina
Arresto cardiaco in campo, perché Eriksen non ha più potuto giocare in Italia e qual è il destino di Bove – Ansa Foto – notizie.com

Per fortuna il massaggio cardiaco ha funzionato e dopo il primo intervento Bove è stato portato in ospedale per ulteriori controlli e accertamenti. Una volta che il calciatore si sarà completamente ripreso dall’episodio cardiaco che ha subito, i medici cercheranno la causa e valuteranno quale intervento fare per permettere al ragazzo di vivere con maggiore serenità e, se possibile, di tornare in campo a giocare.

Le moderne tecnologie, infatti, potrebbero anche consentirgli di riprendere l’attività agonistica senza il timore che questa possa portare ad un altro arresto cardiaco potenzialmente fatale. Un qualcosa di simile a quanto accaduto ormai 3 anni ad Eriksen, ex calciatore dell’Inter attualmente in forza al Manchester United.

Dopo il malore avvenuto durante una partita di Euro 2020, infatti, Eriksen è stato sottoposto ad un intervento per l’installazione di un ICD, ovvero un defibrillatore sottocutaneo che serve a far ripartire il cuore nel caso in cui si dovesse verificare un altro episodio cardiaco. I regolamenti della Serie A non consentono ad un calciatore con ICD impiantato di giocare, motivo per cui il danese dovette lasciare l’Inter per continuare la sua carriera.

Qual è il futuro agonistico di Bove? Il parere dell’esperto lascia aperto ogni possibile scenario

Scongiurato il pericolo per la salute ed il rischio di un evento fatale, il timore è che per Bove la carriera sia giunta al capolinea a soli 22 anni. A tal proposito è stato intervistato il professor Daniele Andreini, il quale ha prima di tutto offerto un proprio parere su ciò che è capitato al giovane calciatore:

Medici e assistenti di occupano del primo intervento per salvare la vita a Bove
Qual è il futuro agonistico di Bove? Il parere dell’esperto lascia aperto ogni possibile scenario – Ansa Foto – notizie.com

“Sembra essere stato il classico arresto cardiaco. Al 99% dei casi si tratta di un’aritmia del cuore. E’ stato rianimato, gli è stato fatto il massaggio cardiaco. Non si può escludere che il cuore sia ripartito con il massaggio e che poi sia stato necessario usare il defibrillatore, in ambulanza o in ospedale”.

L’esperto spiega che in caso di aritmia causata da un evento scatenante questa passa ma nulla esclude che possa ripresentarsi. Nelle prossime ore il ragazzo verrà sottoposto a degli esami specialistici per capire se ci sono segni che possano svelare la causa di questo arresto cardiaco, dunque la presenza di una cicatrice, di una coronaria anomala, di un accumulo di grasso. Se questi esami non mostreranno nulla di insolito si procederà ad uno studio approfondito dell’attività del cuore.

Giocatori della Fiorentina preoccupati per Bove
Ancora presto per conoscere il futuro agonistico di Bove – Ansa Foto – notizie.com

Ipotizzando una possibile diagnosi nel caso di mancanza di segni, il professor Andreini spiega alla ‘Gazzetta’: “La sola attività che può provocare un arresto cardiaco senza alcun segno è la cardiopatia aritmogena, che a volte esordisce proprio così, non l’aritmia maligna. E’ rarissima, ma può capitare”.

Per quanto riguarda il ritorno all’agonismo del ragazzo, il medico è molto cauto e spiega che le chance sono davvero poche: “È presto per dirlo. Se è stato un arresto cardiaco defibrillato, indipendentemente dalla causa, un ritorno alle gare è difficile. Ma è prematuro parlarne”.

Gestione cookie