Polemiche in Usa dopo la grazia presidenziale di Joe Biden nei confronti del figlio Hunter. Donald Trump: “Vale anche per i rivoltosi di Capitol Hill?”.
L’ultima decisione di Joe Biden prima dell’addio alla Casa Bianca ha scatenato la polemica dell’opinione pubblica americana e della politica. Il presidente infatti, cinquanta giorni prima della fine del suo mandato ha firmato la grazia “piena e incondizionata” per Hunter, il figlio.
La decisione è stata presa dopo il weekend trascorso con la famiglia a Nantucket per il ponte del Ringraziamento ed è stata annunciata poco prima di partire in Angola, che terrà Biden qualche giorno lontano dalle polemiche.
Hunter Biden era in attesa di due sentenze nell’ambito di altrettanti processi. Uno per possesso illegale di un’arma, l’altro per evasione fiscale. “Avevo detto che non avrei interferito con il processo decisionale del Dipartimento di Giustizia”, ha dichiarato Biden, rispondendo a chi lo ha accusato di non aver mantenuto la parola data. “Ma Hunter è stato perseguito in modo selettivo e iniquo per colpire me”. Questa la spiegazione del presidente: una contromossa contro chi avrebbe puntato al figlio per colpire lui.
Le accuse nei confronti di Hunter Biden
La grazia durerà dal primo gennaio 2014 al primo dicembre 2024. Il reato che riguarda il possesso illegale dell’arma risale al 2018. All’epoca Hunter Biden avrebbe avuto una pistola Colt Cobra 38Spl, dopo aver dichiarato all’Fbi di non avere dipendenze. In quel periodo però, il figlio del presidente era dipendente da crack, cocaina e alcol. A giugno è stato ritenuto colpevole.
Il secondo processo riguarda l’evasione fiscale di circa 1,4 milioni di dollari di tasse, nel periodo dal 2016 al 2019. Il 5 settembre Hunter Biden ha ammesso di essere colpevole.
Ma la grazia presidenziale non riguarda solo l’arco temporale di questi due reati e va oltre il tempo. Nel 2014 Hunter Biden lavorava come consulente per Burisma Holdings, una compagnia di gas naturale ucraina. In una nota aveva scritto di potersi avvalere del potere del padre, all’epoca vicepresidente Usa. In quell’occasione Donald Trump chiese l’intervento del presidente Volodymyr Zelensky per indagare su presunte prove del coinvolgimento di Biden (era il periodo della corsa alle presidenziali). Ma le accuse non hanno mai trovato conferme.
Oggi il presidente Usa ha voluto proteggere la famiglia anche da incriminazioni future. Trump più volte ha dichiarato l’intenzione di voler perseguire i Biden e di voler avviare una nuova indagine sui rapporti del figlio con la compagnia ucraina.
Chi è Hunter Biden
Hunter Biden è un avvocato di professione ed è il secondogenito di Joe Biden, nato dal primo matrimonio del presidente Usa con Neila Hunter. Ha frequentato il liceo cattolico Archmere Academy nel Delaware e si è laureato con un Bachelot of Arts in Storia alla Georgetown University.
Ha 54 anni e dopo la laurea ha prestato servizio come volontario gesuita in una chiesta a Portland, in Oregon. Qui ha incontrato Kathleen Buhle, la donna che ha sposato nel 1993. Nel 1996 si è laureato a Yale in legge. Hunter Biden è cofounder della Rosemont Seneca Partners, una società di consulenza internazionale.
Dal 2006 al 2009 Hunter Biden è stato vicepresidente della National Railroad Passenger Corporation e fino al 2019 ha fatto parte del cda della BHR Partners, fondo di investimento privato cinese.
Il figlio di Joe Biden ha avuto tre figlie con Kathleen Buhle: Naomi, Finnegan e Maisy. Il loro matrimonio è finito con il divorzio nel 2017. Nel 2016 Hunter ha cominnciato a frequentare Hallie Biden, la vedova del fratello Beau. La relazione è terminata nel 2019.
Hunter Biden ha anche un altro figlio nato nel 2018, nato dalla relazione con Lunden Roberts, una donna che lavorava per lui. In un primo momento il figlio del presidente Usa ha negato la paternità, ma è stato smentito da un test del dna.
Dal 2019 Hunter è sposato con la regista sudafricana Melissa Cohen, con la quale ha avuto un altro figlio nel 2020. In passato ha avuto una dipendenza da alcol e droga.
La dura reazione di Donald Trump: “La grazia vale anche per i rivoltosi di Capitol Hill?”
La notizia della grazia presidenziale da parte di Joe Biden nei confronti del figlio ha scatenato una dura reazione del neo presidente eletto Donald Trump, che parla di “abuso giudiziario”. Sui X ha scritto: “Sapevano tutti che lo avrebbe fatto. Lui lo avrebbe fatto solo quando non ci sarebbero state conseguenze elettorali per i Democratici”.
E ancora: “Il perdono concesso da Joe Biden a Hunter include anche i sei ostaggi di gennaio che sono stati imprigionati per anni?”.
Dura la reazione anche di Mosca, dove Maria Zakharova, portavoce del Ministero degli Esteri ha parlato di “caricatura della democrazia”.