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Cronaca

Come e perché la mafia infiltra le grandi aziende: addio pistola, è tempo di giacca e cravatta per ndranghetisti e camorristi

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Francesco Ferrigno

Bankitalia e Direzione investigativa antimafia in due diversi dossier hanno descritto come e perché la criminalità organizzata infiltra le imprese.

Oggi ‘ndrangheta e camorra sono giganteschi hub di servizi illegali per il mondo dell’impresa”. A parlare è il procuratore nazionale antimafia ed antiterrorismo Giovanni Melillo, nel corroborare i risultati della relazione semestrale al Parlamento della Direzione investigativa antimafia (Dia).

Come e perché la mafia infiltra le grandi aziende: addio pistola, è tempo di giacca e cravatta per ndranghetisti e camorristi (CANVA FOTO) – Notizie.com

Un’opera di infiltrazione nell’economia e nella finanza che costituisce la base per le più grandi organizzazioni criminali odierne. Nelle ultime ore, oltre, alla Dia, che ha diffuso le risultanze delle proprie attività sul campo, anche Bankitalia, con un lavoro approfondito intitolato “La mafia e le imprese – Mafia and firms”. In questo caso studiosi di fare istituti, tra cui Jaime Arellano-Bover dell’Università statunitense di Yale e Marco De Simoni dell’Unità di Informazione Finanziaria (Uif) della stessa Banca d’Italia.

La Dia, dal canto suo, ha osservato nel tempo l’evoluzione dalla criminalità organizzata. I clan più strutturati hanno lasciato da tempo la violenza, l’intimidazione, i traffici al dettaglio e le estorsioni ai negozianti ai piccoli gruppi più o meno autonomi legati al territorio. È il caso delle cosche campane, pugliesi, calabresi e siciliane che hanno di fatto abbandonato i luoghi di provenienza lasciandoli spesso allo sbando e senza una guida. Molti i rischi, pochi i guadagni.

Il procuratore Melillo: “Gigantesche reti di cartiere”

La strategia mafiosa ha rivolto lo sguardo a contesti economico-imprenditoriali avvalendosi di professionisti finanziari e tributari. Lo scopo è facilitare le attività di riciclaggio dei capitali illeciti, provenienti ad esempio del narcotraffico internazionale, e allo stesso tempo incrementare i profitti derivanti dai canali legali dei mercati. Dunque le mafie, così schermate, puntano ad aggiudicarsi appalti pubblici e privati, subappalti, forniture di beni e servizi vari.

Antichissima in questa visione, ad esempio, la pratica del pizzo settimanale, mensile o da estorcere ai commercianti in vista delle festività. Molto più semplice imporre forniture di qualsiasi tipo. Con tanto di regolari fatture. L’espansione più marcata è stata registrata dalla Dia nel centro Italia e nel nord est del Paese.

Tutto il sistema delle false fatturazioni, – ha spiegato Melillo – la gestione di gigantesche reti di cosiddette cartiere, i servizi di trasporto del contante, la stessa ramificazione della ‘ndrangheta nel nord Italia e in Europa segue le logiche e le rotte delle costellazioni di imprese che sono continuamente sospese tra ricorso sistematico a frodi fiscali, a bancarotte fraudolente e insolvenze quasi sempre in danno dell’erario”.

Perché la criminalità organizzata infiltra le imprese?

Sul fenomeno sta indagando anche la Banca d’Italia, in primis attraverso il suo braccio operativo, l’Uif. E dunque, perché la criminalità infiltra le imprese? Le motivazioni posso essere tre secondo i ricercatori di Bankitalia. Il primo: l’impresa può favorire le attività criminali, ad esempio, riciclando i capitali illeciti. Secondo: è l’azienda collusa a beneficiare dei “vantaggi” criminali come la capacità di intimidazione dei concorrenti. Terzo: le organizzazioni criminali incrementano la propria rete nell’economia e nella società, con conseguente crescita di attività e profitti.

Perché la criminalità organizzata infiltra le imprese? (CANVA FOTO) – Notizie.com

Quest’ultima è la fattispecie più pericolosa. Riguarda grandi aziende consolidate che tendono a separare le attività criminali che “risultano perfettamente mimetizzate e più difficili da identificare”. Come contrastare questa fuga di capitali? “Un contributo prezioso alla prevenzione di questo tipo di infiltrazione – concludono gli studiosi – può venire, nel sistema antiriciclaggio, dalle categorie di segnalanti più vicine alle imprese, quali ad esempio i professionisti consulenti e i revisori dei conti”. Giù la pistola. È tempo di giacca, cravatta e ventiquattrore.

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Francesco Ferrigno