La Procura di Parma ha reso note le motivazioni per cui il Riesame ha disposto il carcere per Chiara Petrolini, accusata di aver partorito e seppellito i suoi due neonati.
“Estrema lucidità. Inusitata freddezza esecutiva. Sconcertante assenza di scrupoli o remore”. Sono durissime le motivazioni per le quali i giudici del Riesame il 17 ottobre scorso hanno disposto la misura del carcere per Chiara Petrolini.
La Procura della Repubblica di Parma, ad oltre un mese e mezzo dalla decisione del Riesame, ha reso noto quanto messo nero su bianco dal Tribunale. Chiara Petrolini, 21enne di Traversetolo, in provincia di Parma, è accusata di omicidio e soppressione di cadavere. La vicenda ha scosso l’Italia intera l’estate scorsa. La ragazza avrebbe partorito e seppellito nel giardino di casa due neonati.
I pm di Parma si erano rivolti al Riesame perché il gip per ben due volte aveva rigettato la misura cautelare del carcere. Attualmente, comunque, Petrolini si trova ai domiciliari. Per eseguire la misura bisognerà attendere la pronuncia della Cassazione cui i legali della giovane si sono appellati. La Procura ha sostenuto, però, che gli arresti domiciliari a casa dei genitori non sono adeguati. Gli stessi non si erano mai accorti delle due gravidanze.
“Eccezionali capacità sia di nascondimento dei propri misfatti”
Il procuratore capo di Parma Alfonso D’Avino ha segnalato come il Tribunale abbia sottolineato, tra l’altro, che il parto del 7 agosto 2024 e il seppellimento del neonato è avvenuto con i genitori in casa e nessuno si è accorto di nulla. “Apparente mancanza di qualunque ripensamento, oltre che di sfrontatezza. – hanno scritto i giudici del Riesame, riferendosi alle caratteristiche della 31enne – Inaffidabilità totale nelle relazioni personali anche più intime. Eccezionali capacità sia di nascondimento dei propri misfatti sia di mistificazione e dissimulazione. Mancanza di partecipazione e di compassione”.
Si configurerebbe, insomma, il pericolo di reiterazione “non può essere limitato all’uccisione del proprio figlio appena nato, giacché, tecnicamente, le esigenze cautelari sono riferite ai delitti della stessa specie”. Ma, ha argomentato il Tribunale, “anche se si volesse ritenere che il pericolo di reiterazione criminosa sia ridotto alla sola negazione di maternità (e dunque fosse ravvisabile solo nell’omicidio di un proprio figlio neonato), ecco che in concreto proprio gli arresti domiciliari presso i propri familiari si rivelano inadeguati“.
I giudici hanno disposto la custodia in carcere per l’omicidio del 7 agosto 2024 e per le soppressioni dei due cadaveri. Il primo è quello del neonato partorito il 12 maggio 2023, per il quale all’inizio la ragazza era indagata per occultamento di cadavere. Nei giorni scorsi è stata dissequestrata la villetta di Vignale di Traversetolo dove viveva Chiara Petrolini con la sua famiglia. Qui il 9 agosto, grazie al fiuto del cane di casa, è stato trovato il cadavere di un neonato, partorito due giorni prima. In seguito sono stati rinvenuti i resti, sepolti, di un secondo bambino, dato alla luce, si ritiene, a maggio 2023.
La terribile ricerca sul web
Sempre secondo i giudici Chiara, quando ha sepolto il neonato partorito il 7 agosto nel giardino di casa, non voleva solo nascondere temporaneamente il corpicino, ma “sottrarlo in via definitiva alla scoperta da parte di terzi“. La giovane aveva effettuato sul web la ricerca: “Dopo quanto tempo puzza un cadavere“. Al pm che le ha contestato il caso aveva spiegato: “L’avevo cercata per i cani, perché pensavo che potessero sentire l’odore e quindi tirarlo fuori. Io non l’avrei mai spostato da lì“.
Il sindaco di Traversetolo Simone Dall’Orto ha dato disposizione di togliere i fiori e gli altri oggetti, come pupazzi e palloncini, che in tanti avevano portato nei mesi scorsi in ricordo dei due neonati morti e sepolti nel giardino. “I fiori erano marciti e soprattutto c’era un turismo dell’orrore. – ha spiegato Dall’Orto – Le persone andavano a farsi i selfie davanti alla casa“. Tutto è stato raccolto dal personale del Comune ed è stato consegnato al padre della ragazza.