Nelle scorse ore polizia di stato ed antiterrorismo hanno sgominato un gruppo neonazista e suprematista: 12 arresti, 27 in totale gli indagati.
Undici persone, addestrate come perfette macchine da guerra. I sopralluoghi a Roma nei pressi di Palazzo Chigi e del Parlamento, la scelta della modalità d’azione. Nel mirino dell’associazione neonazista c’era la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
L’inquietante retroscena è emerso con forza negli atti dell’inchiesta che ha portato ieri all’arresto di 12 persone della cellula denominata Werwolf Division o Divisione Nuova Alba. 27 in totale gli indagati, tra cui anche giovanissimi e addirittura minorenni all’epoca dei fatti. Tutti sono accusati a vario titolo di associazione con finalità di terrorismo, propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa e detenzione illegale di arma da fuoco.
Il fine ultimo della Werwolf Division, cui l’antiterrorismo è giunta a partire dall’indagini sull’Ordine di Hagal, era quello di sovvertire le istituzioni e instaurare un regime basato sulla razza ariana e sulla cosiddetta siege culture, la cultura dell’assedio. Due persone sono considerate i capi e i promotori dell’organizzazione, Andrea Ziosi e Daniele Trevisani, entrambi di Bologna di 37 anni. Il gruppo criminale effettuava attività di propaganda attraverso canali Telegram, e qui ci si confrontava sui disegni da mettere in atto.
Una pericolosità estrema quella che scaturisce dai documenti, che Notizie.com è riuscita a visionare. Nel caso della preparazione dell’attentato alla premier Meloni, la “colpa” di quest’ultima sembrerebbe essere stata in particolare l’aver incontrato la senatrice a vita Liliana Segre, superstite dell’Olocausto e testimone attiva della Shoah. La Werwolf Division considerava Meloni una “traditrice” e “serva di Sion”, a indicare il popolo ebraico.
“A volte si muove a piedi da quelle parti. – si legge nelle chat – Basterebbe essere sul posto con una pistola ed un minimo di mira. Per i traditori è sufficiente un colpo in testa. Trovatemi il killer”. La Digos ha verificato che il progetto omicidiario si fondava sulla conoscenza di luoghi reali, frutto di frequentazioni o sopralluoghi. Ad un certo punto, infatti, oltre all’addestramento di 11 persone che avrebbero dovuto prendere parte al piano, nelle conversazioni prende corpo l’ipotesi di posizionarsi in un albergo davanti al Parlamento.
Le autorità hanno ricostruito che si tratta del Colonna Palace Hotel. L’albergo si trova proprio di fronte all’ingresso della Camera dei Deputati in piazza Montecitorio a Roma. Dalle finestre della struttura si può facilmente individuare un bersaglio e direzionare un colpo dall’alto verso il basso, con un’arma lunga. “C’è un albergo davanti al Parlamento. – scrivono in chat gli indagati – Da lì gli puoi sparare un colpo dall’alto”. Nei confronti della premier sarebbe stata effettuata una vera e propria attività di dossieraggio. Dopo l’attentato, l’inizio della guerra civile.
“È ora di formare due eserciti. – si legge in un’intercettazione – Uno davanti alle guardie del Parlamento italiano, uno alle spalle delle guardie stesse che lo prenderebbe di sorpresa poco dopo il primo attacco. Un terzo attacca frontalmente il Parlamento ed entra dentro, portando fuori tutti i politici. Non ha senso attendere ancora. Bisogna trovare armi e persone che sappiano usarle. Avrete dei soldati pronti quando attaccheremo il palazzo del governo per togliere di mezzo le pedine dei massoni e farli venire allo scoperto. Ci stiamo preparando alla battaglia, mentalmente e fisicamente”.
Oltre alla premier, nell’ordinanza di custodia che ha portato all’arresto di 12 membri della Werwolf Division, anche messaggi di odio contro il vicepremier e segretario della Lega Matteo Salvini che “è complice e connivente di una classe criminale e anche lui prima o poi dovrà renderne conto”. “Dopo essersi apparecchiato a tavola – continua uno degli indagati in un messaggio intercettato dalla Digos – è tornato a fare il bravo compagno. È diventato europeista, atlantista, ora va bene vendere le armi all’Ucraina serva degli Usa”.