Crisi Francia, Il 59% dei cittadini vuole le dimissioni di Macron, ma lui non si dimette. In corso le trattative sul nuovo governo, i socialisti: “Mai un premier di estrema destra”.
Potrebbe essere proprio il timore di consegnare la Francia a Marine Le Pen il motivo per il quale il presidente francese Emmanuel Macron ha deciso di non dimettersi. Da un sondaggio di Le Figaro è emerso che il 59% dei cittadini crede che dovrebbe lasciare la poltrona. Ma lui non cede, va avanti e incontra i partiti all’Eliseo.
Una matassa difficile da sbrogliare per Emmanuel Macron. Il presidente si trova di nuovo a gestire una situazione politica che vede i partiti moderati perdere sempre di più terreno a favore di Marine Le Pen e Jean-Luc Melenchon. Il ruolo di mediatore si scontra con i primi veti delle forze politiche durante le consultazioni. Il primo arriva da Partito socialista di Oliver Faure dopo l’incontro all’Eliseo: “Mai in un governo guidato da un primo ministro di destra”.
Macron non ha posto precondizioni rispetto alle consultazioni che puntano a far rinascere un nuovo esecutivo dopo la sfiducia del Parlamento a Michel Barnier. Le voci si rincorrono e si smentiscono a distanza di poche ore, anzi minuti. Poco prima dell’incontro con i socialisti, si era diffusa la notizia del no del presidente francese a un premier in quota Faure, fino a che sarà alleato de La France Insoumise, all’interno del Nuovo Fronte Popolare. Nella giornata di oggi, incontri anche con il campo macronista (Rinascimento, MoDem, Orizzonti, Radicaux, Udi) e con i vertici dei Repubblicani.
Al momento non ci sono notizie di un invito alle consultazioni né per Rassemblement National di Marine Le Pen, né di La France Insoumise. E neppure dei comunisti e degli ambientalisti.
I francesi vogliono che Macron di dimetta
Quanto accade nel Palazzo sembra però non essere più espressione della volontà popolare. Secondo un sondaggio del quotidiano Le Figaro, il 59% dei francesi sarebbe favorevole alle dimissioni di Emmanuel Macron. L’indagine è stata pubblicata dopo la caduta del governo Barnier di due giorni fa. Il presidente non ha intenzione di dimettersi e nel discorso in tv di ieri, giovedì 5 dicembre, ha fatto sapere alla Francia e all’Europa la sua intenzione di onorare “fino all’ultimo” il mandato di cinque anni.
L’incontro con il Partito socialista rischia di spaccare la coalizione di sinistra con gli ambientalisti, che accusano Macron di volerla dividere e gli Insoumis che chiedono fedeltà agli elettori. L’intento del presidente francese è formare un “governo di interesse generale”. E il nuovo premier verrà indicato nei prossimi giorni.
“Macron più isolato che mai”: il pericolo Le Pen
Le Figaro, in un editoriale, parla di un presidente “più isolato che mai”. E che “più passa il tempo, più è in pericolo”.
Il difficile compito di Macron è riuscire a restare in gioco e mantenere il controllo, mettendo insieme anime politiche diverse e in contrasto tra loro. Macron è “sotto pressione”. E uno dei pericoli che ancora una volta sembra voler arginare, è quello del potere di Marine Le Pen che, forte del consenso popolare, in caso di elezioni, questa volta in Francia potrebbe arrivare una nuova era politica con la destra estrema al potere.
“La crisi è più politica che istituzionale. In questo momento prevalgono l’estrema destra e l’estrema sinistra, perché i partiti moderati si sono indeboliti”. Questa l’analisi del politologo, presidente di Aidosp, Francesco Di Nisio. “Il problema riguarda anche altri Paesi europei, come la Germania”, aggiunge, contattato da Notizie.com.
Se anche questa volta Macron riuscirà a tamponare il problema, non è detto che la situazione non si ripeta. “I partiti estremisti tireranno ancora ognuno dalla sua parte, dando vita a una nuova crisi. La Francia vive un momento storico particolare”.
Gli errori di Macron, il politologo a Notizie.com: “Non ha valutato l’eventualità di una crisi. E ora ripete l’errore”
Il presidente Emmanuel Macron è in difficoltà “e non vorrebbe esternarlo. Ha intrapreso una strada abbastanza dura, pensando che un nuovo governo avrebbe avuto lunga vita, ma è stato un errore”, aggiunge l’esperto. “E anche stavolta sbaglia a credere che un terno nuovo governo possa risolvere la situazione”.
L’errore è stato tentare di far convivere l’estrema destra e l’estrema sinistra. “Lui non appartiene a nessuno dei due poli, è un moderato. Ha messo insieme parti politiche che tra loro non possono andare d’accordo. Un conto è sedersi al tavolo delle trattative quando si crea un governo, un altro è passare ai programmi. Si creano contrasti inevitabili. Lo vediamo anche in Italia tra Lega e Forza Italia in particolare. Più gli estremi sono lontani, più il pericolo della crisi è vicino”.
Ma quali sono gli scenari possibili? “La vedo dura. Macron dovrebbe avere un asso nella manica. E non ha più dalla sua parte l’opinione pubblica. Il prossimo premier dovrà essere una persona in grado di mettere tutti d’accordo. Un po’ come fa Giorgia Meloni in Italia. Si sta rivelando una brava politica, che tiene insieme parti che non sempre vanno d’accordo”.