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Cronaca

Il “programma politico” dei neonazisti della Werwolf Division: integrità morale, difesa della stirpe. “Indossare una maschera ed essere furbi”

Published by
Francesco Ferrigno

Nuovi dettagli dell’inchiesta che ha portato antiterrorismo e polizia di stato a debellare un’organizzazione neonazista e suprematista.

La cura del benessere fisico” e la “ricostruzione dell’integrità morale del cittadino italiano”. “Ripudio della globalizzazione e del mondialismo”. E poi “fermo contrasto all’immigrazione fuori controllo a tutela e difesa della stirpe in termini di comunità etica e spirituale”.

Il “programma politico” dei neonazisti della Werwolf Division: integrità morale, difesa della stirpe. “Indossare una maschera ed essere furbi” (POLIZIA DI STATO FOTO) – Notizie.com

Sono solo alcuni dei punti del “programma politico” circolato nelle chat tra gli indagati del gruppo Werwolf Division/Divisione Nuova Alba, l’organizzazione neonazista e suprematista sgominata due giorni fa dall’antiterrorismo e dalla Digos. Secondo gli inquirenti l’associazione stava cercando una parvenza di moderazione per non apparire sin da subito estremista agli occhi dell’opinione pubblica e racimolare risorse umane e finanziarie per raggiungere i loro veri scopi.

Scopi che, c’è da ricordare, comprendevano il sovvertimento dello Stato, la presa del Parlamento, l’attentato contro la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. “Si tratta di indossare una maschera. – si legge nelle carte dell’inchiesta che Notizie.com è riuscito a visionare – Dobbiamo essere furbi e camaleontici. In ogni caso dovremo prepararci alla battaglia quando loro scopriranno che abbiamo mentito. Se ci prendono, dobbiamo essere pronti a tutto”.

La polizia di stato li ha “presi” mercoledì scorso, nell’ambito di una maxi operazione che ha fatto scattare le manette nei confronti di 12 persone. 27 in totale gli indagati a vario titolo per terrorismo, propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa e detenzione illegale di arma da fuoco. La strategia che gli indagati volevano mettere in campo, dunque, emerge dalle conversazioni tra il 37enne Daniele Trevisani ed il 48enne Salvatore Nicotra, entrambi di Bologna, finiti in carcere.

Il programma politico e la conseguente candidatura alle elezioni serviva poiché “la gente non ci seguirà mai se passiamo per estremisti criminali”. Bisognava allora arrivare al potere, entrando dentro lo Stato ed utilizzando lo Stato come lo stesso Adolf Hitler, altro protagonista di foto, immagini e citazioni nelle chat, aveva fatto in Germania. “Abbiamo già un programma politico pronto e la bandiera è quasi pronta. – si legge – Ma dovremmo raccogliere dei fondi. Perché spingo per ampliare il numero dei camerati? Per poter mettere assieme le forze e finanziarci”.

L’indagato in chat: “Solo una strategia iniziale. Poi inizieremo a ballare”

Questa è solo una strategia iniziale. Poi inizieremo a ballare”, scrive ancora Trevisani. Un programma in 21 punti che, tra le altre cose, e oltre a quelle sopra accennate, comprendeva il diritto ad un reddito di dignità sociale “se non si riesce a trovare un’occupazione lavorativa”, il diritto alla salute, incentivando la “cura del benessere fisico del cittadino italiano”. E poi il diritto alla casa, alla pensione, la laicità dello Stato e nessuna ingerenza di tutte le confessioni religiose negli affari dello Stato. Ancora: la nazionalizzazione delle attività strategiche, la riforma del sistema scolastico come istituzione educativa nazionale, il rifiuto e divieto di associazioni segrete.

Al posto dell’Unione europea, invece, l’incentivazione e la creazione di “una federazione di Stati europei sovrani che desiderino rivendicare l’autonomia politica e militare dell’Europa dei popoli”. “Dobbiamo fare i conti – spiega nelle conversazioni intercettate Trevisani – con questa triste realtà per poi modificarla una volta penetrati nel tessuto sociale. Una volta che il popolo sarà a conoscenza della Divisione Nuova Alba come entità politica e sociale si tranquillizzerà e proverà a comprenderci senza guardarci come dei criminali”. L’indagato è sicuro: “È l’unica strada percorribile. Almeno inizialmente”.

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Francesco Ferrigno