Tragedia nel tardo pomeriggio di ieri nella periferia di Roma: un giovane di 12 anni è caduto dal decimo piano di uno stabile in periferia.
Il caso della morte del ragazzino di 12 anni caduto dal decimo piano di un palazzo di Roma sta scuotendo la capitale. Squadra mobile e Procura sono al lavoro su un’inquietante ipotesi: istigazione al suicidio.
Prima di ricostruire la tragedia avvenuta nelle scorse ore nella periferia romana, c’è un dato che balza agli occhi. Qualora l’indagine fosse corroborata da elementi concreti, si tratterebbe del terzo caso in poco meno di 3 mesi di un minorenne che si è tolto la vita in maniera volontaria per casi riconducibili al bullismo, al cyberbullismo o al revenge porn.
Nell’ottobre scorso Leonardo, un 15enne di Senigallia, si è suicidato con la pistola d’ordinanza del padre. Nei primi giorni di novembre Larimar, un’altra 15enne di Piazza Armerina, è stata trovata impiccata ad un albero in un giardino vicino casa. In entrambi i casi le Procure per i minorenni, rispettivamente di Ancona ed Enna, hanno aperto dei fascicolo per istigazione al suicidio.
Lo stesso è accaduto in queste ore per il caso di Roma. Il 12enne è caduto ieri pomeriggio da una finestra al decimo piano del palazzo dove viveva in via Igino Giordani nel quartiere Collatino. I magistrati di piazzale Clodio, coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, puntano a chiarire se si sia trattato di un incidente o di un gesto volontario. Quest’ultima pista è lampi battuta. Il telefono del ragazzo è stato sequestrato e verrà analizzato per cercare elementi utili alle indagini.
Soccorso in strada il ragazzino è morto poco dopo in ospedale al Bambin Gesù per i traumi subiti. Nell’appartamento, ieri pomeriggio, era presente anche il papà del 12enne. L’uomo stava lavorando in smart working ed in casa c’era anche la baby sitter. La polizia si recherà nella scuola del 12enne per verificare eventuali atti di bullismo nei confronti del minorenne.
“I dati sono inquietanti: in Italia, ogni anno, si registrano tra i 3.700 e i 4.000 suicidi, con un incremento significativo tra gli adolescenti – ha detto lo psicoterapeuta Giuseppe Lavenia, presidente dell’Associazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche e Cyberbullismo (Dite) – Negli ultimi due anni, i tentativi di suicidio tra i giovani sono aumentati del 75%, con un’età media di 15 anni. Non sono numeri: sono segnali di una generazione che soffre, spesso in silenzio, intrappolata tra le aspettative irraggiungibili e l’indifferenza“.