Stellantis, 97 lettere di licenziamento arrivate via mail ai lavoratori di Trasnova. La rabbia e la delusione prima di Natale.
La notizia era nell’aria da alcune settimane e dai primi di dicembre gli operai di Pomigliano d’Arco sono riuniti in presidio permanente fuori dalla fabbrica per manifestare contro la scadenza della commessa prevista per il 31 dicembre. Proprio lo stabilimento in provincia di Napoli è quello più colpito, con 54 licenziamenti.
La lettera di licenziamento collettivo è arrivata a 97 lavoratori delle aziende che lavorano per il gruppo Stellantis, alle quali non è stata rinnovata la commessa che scade il 31 dicembre 2024. Oltre a Trasnova, coinvolti gli stabilimenti di Piedimonte San Germano, in provincia di Torino, Melfi, Pomigliano e Mirafiori. L’azienda ha indicato questi dipendenti come esuberi per le esigenze produttive.
A niente sono serviti gli appelli per scongiurare la situazione. “A questo punto diventa fondamentale non solo la presenza di Stellantis al tavolo al Mimit previsto per il 10 dicembre prossimo, ma c’è bisogno della disponibilità concreta di rivedere le scelte e trovare soluzioni per dare continuità lavorativa ai lavoratori di Trasnova”. Lo dichiarano in una nota Samuele Lodi, segretario nazionale FIom-Cgil, responsabile del settore mobilità, e Ciro D’Alessio, coordinatore nazionale automotive per Fiom-Cgil.
Stellantis, altre aziende a rischio chiusura
Trasnova è solo una delle tante aziende della filiera della componentistica di Stellantis che rischiano di chiudere. Investimenti in ricerca e sviluppo, nuovi modelli per rilanciare gli stabilimenti e soprattutto la tutela dell’occupazione. Queste le richieste che il sindacato ha intenzione di portare a Palazzo Chigi: “Ribadiamo la richiesta alla presidente del Consiglio di convocare il presidente Stellantis”.
“Nessun esponente del governo è venuto a darci la sua solidarietà”, hanno dichiarato i lavoratori che oggi hanno incontrato la segretaria del Pd Elly Schlein. Nel primo giorno della protesta, il 2 dicembre, era arrivato a Pomigliano anche il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte.
I licenziamenti sono un “segnale grave” per il presidente di Noi Moderati Maurizio Lupi. “Non vanno certo nella direzione di un investimento sulla produzione italiana”. La maggioranza continua a chiedere a Stellantis un piano industriale. “Continueremo a sostenere l’automotive”, aggiunge.
Da un lato ci sono i lavoratori che chiedono al governo di intervenire. Dall’altro, il governo ha tagliato 4,6 miliardi al fondo Automotive e adesso è alla ricerca di altre risorse per sostenere le aziende. Al momento sta valutando un intervento di almeno 750 milioni nella legge di Bilancio.
Il fondo potrebbe essere alimentato da diverse fonti: 200 milioni del precedente Fondo Automotive, 500 del Pnrr per i contratti di sviluppo delle imprese in transizione, un aumento di fondi nella Legge di Bilancio, e 240 milioni inutilizzati degli Ecobonus. Il totale dei fondi potrebbe superare 1,64 miliardi, disponibili per il bienni 2025-2026.
E al centro c’è Stellantis, che dopo le dimissioni di Carlos Tavares dovrà decidere come affrontare la crisi dell’auto nell’ambito di un nuovo corso intrapreso da John Elkann, a capo di un comitato che guiderà l’azienda fino alla prossima primavera, quando verrà identificato il nuovo amministratore delegato.
La segretaria Dem, in visita a Pomigliano, questa mattina ha puntato il dito contro il taglio di 4,6 miliardi al fondo automotive: “Va ripristinato”, ha ribadito anche davanti agli operai. “Chiedo al governo italiano di battersi insieme a noi per un fondo europeo sull’automotive”, ha aggiunto.