Tari 2024, pessime notizie: rincari anche sulla spazzatura | La classifica dei capoluoghi più cari

I rincari per gli italiani sembrano non finire mai: se andiamo a vedere la Tari, dobbiamo prepararci (ahinoi) ad un’altra stangata.

Il 2024 si preannuncia un anno difficile per le famiglie italiane a causa dell’aumento della spesa per la raccolta dei rifiuti. L’ultimo rapporto dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva rivela che la spesa media per la Tassa sui Rifiuti (Tari) toccherà quota 329 euro, con un incremento del 2,6% rispetto al 2023. Questo aumento non solo inciderà pesantemente sui bilanci familiari ma mette anche in luce le disparità significative tra i vari capoluoghi di provincia.

Gli aumenti riguardano anche la Tari
Tari, che botta! Scopriamo assieme dove si paga di più in Italia – notizie.com

L’analisi, focalizzata su una famiglia tipo di tre persone in un immobile di 100 metri quadrati, mostra che 84 capoluoghi su 110 hanno registrato un aumento della Tari. Solo in 20 città si è verificata una diminuzione, mentre per i restanti capoluoghi non si segnalano variazioni.

Tari 2024, che stangata: scopriamo assieme le città più care (e quelle dove si paga meno)

Catania si posiziona in cima alla classifica con una tariffa annuale di 594 euro, seguita da Pisa e Genova, rispettivamente a 512 euro e 501 euro. Interessante notare come Napoli abbia registrato una leggera diminuzione, passando da 491 a 482 euro annui. Al contrario, Reggio Calabria ha visto un significativo aumento, da 443 a 478 euro.

Le città di Andria, Brindisi, Cagliari, Trapani e Pistoia completano la top ten delle città più care, tutte con aumenti rispetto all’anno precedente.

Invece, Trento si conferma come il capoluogo di provincia con la Tari più bassa, a soli 183 euro annui, seguita da Udine e Cremona. Questo dimostra che nel Nord Italia la situazione è generalmente più favorevole rispetto al Sud, dove le tariffe medie sono decisamente più elevate.

A livello regionale, il Trentino-Alto Adige si distingue per la spesa media più bassa, mentre la Puglia registra la media più alta. Gli aumenti maggiori sono stati osservati a Caltanissetta, Aosta e Teramo, sottolineando l’assenza di una correlazione diretta tra il costo della Tari e l’efficienza nella gestione dei rifiuti o nella raccolta differenziata.

Nonostante i miglioramenti generali nella raccolta differenziata a livello nazionale, con una percentuale media che supera il 65%, alcune città come Palermo, Crotone, Catania e Foggia faticano ancora a raggiungere obiettivi minimi.

Questi dati evidenziano l’importanza di lavorare sulla gestione dei rifiuti in Italia e l’impatto diretto che questa ha sulle spese delle famiglie. La sfida per il futuro sarà quella di trovare un equilibrio tra costi ed efficienza, per offrire servizi adeguati senza appesantire ulteriormente i bilanci delle famiglie italiane.

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