Uno sciame sismico sta nuovamente attraversando l’area dei Campi Flegrei, in Campania: alle prime ore del mattino registrato un terremoto superficiale.
All’alba di oggi un terremoto di magnitudo 3.4 ad appena 500 metri di profondità ha scosso l’area dei Campi Flegrei. Il sisma ha dato il via ad uno sciame ancora in corso che sta interessando i Comuni della zona ed i quartieri occidentali di Napoli.
“Sono stati indicati valori molto superficiali che comunque non sono del tutto inusuali in quel settore tra Pozzuoli e Bagnoli. La differenza tra un terremoto molto superficiale ed uno profondo, a parità di magnitudo, è che il primo è percepito più intensamente in un’area più ristretta, quella epicentrale. Minore è la profondità, infatti, più è concentrata l’energia in superficie”, a parlare in esclusiva per Notizie.com è Giuseppe Mastrolorenzo, primo ricercatore dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
La scossa di terremoto di magnitudo 3.4 è stata avvertita alle 5.33 di questa mattina da gran parte della popolazione. L’evento è stato preceduto da una scossa di magnitudo 1.4 alle 5:37 ed una di 1.3 alle 6:19. Nella notte, all’1:59 nell’area della Solfatara si era verificata un’altra scossa di magnitudo 1.9 a testimonianza di uno sciame sismico in corso nell’area dei Campi Flegrei. Bisogna ricordare che qui da mesi sono in atto terremoti dovuti al fenomeno del bradisismo.
“Sui meccanismi non possiamo dire molto perché non conosciamo nel dettaglio l’assetto strutturale e quali sono le faglie presenti in quest’area. – ha continuato Mastrolorenzo – Man mano che si verificano i terremoti individuiamo quali sono le zone più attive. L’illusione che il bradisismo stesse rientrando perché si era abbassato il livello di sollevamento era, appunto, solo un’illusione. Non abbiamo una teoria adeguatamente verificata”.
Secondo il primo ricercatore dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia “possiamo aspettarci tutto, qualsiasi evoluzione. Ed anche terremoti più forti. Quando c’è la deformazione, reagisce tutta l’area deformata. L’accumulo di sforzo si può rilasciare in tutta l’area nella quale in passato ci sono stati terremoti. Contrariamente a quello che alcuni erroneamente hanno sostenuto, conosciamo veramente poco dei processi bradisismici, della loro causa, della loro evoluzione. Il fenomeno potrebbe concludersi a breve o continuare per anni se non decenni”.
Fenomeno che nell’area dei Campi Flegrei è in corso da 19 anni circa. “Non sappiamo prevedere quale sarà la magnitudo massima. – ha concluso Giuseppe Mastrolorenzo – Possiamo avere solo un’idea. Alcuni colleghi hanno indicato il valore di 5, sulla base di uno studio sulle possibili faglie attive. Non sappiamo nemmeno quali sono le correlazioni tra il fenomeno bradisismico e l’attività vulcanica e se può essere considerato un precursore di un’eruzione o se questa è indipendente e la malaugurata ipotesi potrebbe verificarsi anche in un periodo di relativa tranquillità bradisismica”.