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Esplosione Calenzano, il racconto di un sopravvissuto: “Ho capito che dovevo scappare, non riuscivo a correre”

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Giovanna Sorrentino

Esplosione Calenzano, ritrovato il corpo della quinta vittima. Manca ancora un disperso: oggi lo sciopero dei sindacati. La testimonianza.

Con il ritrovamento del corpo di un altro operaio morto nell’esplosione nella raffineria Eni di Calenzano, sale a cinque il tragico bilancio delle vittime. Si trovava nell’area della pensilina di carico. Si cerca ancora un disperso. L’unico cadavere identificato finora è quello di Vincenzo Martinelli, 51 anni, l’autotrasportatore originario di Napoli, ma residente a Prato.

Esplosione Calenzano, il racconto di un sopravvissuto: “Ho capito che dovevo scappare, non riuscivo a correre” (Ansa Foto) – notizie.com

All’appello mancano Carmelo Corso, di Catania, 57 anni, Davide Baronti, 49 anni, di Novara, Gerardo Pepe, 46 anni, tedesco e residente in Italia. E Fabio Cirielli, 46 anni, di Matera. I cadaveri dovrebbero essere identificati nelle prossime ore.

Sono un miracolato”. Così si definisce Marco Giannini, 53 anni. Anche lui ieri era in coda per rifornire il camion quando si è verificata l’esplosione. “Oggi devo essere felice perché posso ancora stare con mia moglie e con mio figlio”. In un’intervista a La Repubblica, l’autista ha raccontato che si trovava dietro le pensiline quando l’esplosione ha spaccato i vetri del suo mezzo. L’uomo è rimasto ferito dalle schegge: “Le ho sentite conficcarsi nel viso”. 

Marco è riuscito a scappare “il più veloce possibile. Sono sceso dal mezzo e mi sentivo ancora stonato, non riuscivo a correre, ma ce l’ho fatta a raggiungere l’uscita. Lì ho trovato altri autisti riusciti a scappare come me da quell’inferno e abbiamo chiamato i soccorsi”. Il 53enne è ricoverato nell’ospedale Carreggi di Firenze.

Il terzo disperso è stato trovato cadavere alle prime ore di questa mattina. Nella giornata di ieri il numero dei feriti è salito a circa venti.

Cause e indagini della tragedia

Intanto la Procura di Prato ha aperto un fascicolo senza ancora specificare l’ipotesi di reato e ha nominato tre consulenti e alcuni medici legali per accertate eventuali responsabilità e le cause dell’esplosione.

Al lavoro ci sono anche Arpat e Asl Toscana Centro per evidenziare profili di “possibile responsabilità sul luogo teatro dell’esplosione”. Secondo una prima ricostruzione emersa dalle indagini dei carabinieri, l’esplosione potrebbe essere avvenuta durante il carico del carburante nell’autocisterna, dopo una perdita di liquido.

Il deposito Eni di Calenzano era uno dei due “a rischio incidente rilevante”, dunque pericolosi, identificati dal Comune in uno studio risalente a giugno 2022.

Cause e indagini della tragedia (Foto Social) – notizie.com

Intanto sono continuano le ricerche dell’ultimo disperso, rese difficili dalle condizioni meteo. Oggi a Calenzano sarà lutto cittadino. Il sindaco Giuseppe Carovani ha annullato tutte le iniziative pubbliche in programma in questi due giorni. Ieri sera anche il presidente della Regione Toscana ha annunciato la proclamazione, per domani, del lutto regionale per gli operai morti nell’esplosione della raffineria Eni.

Nella giornata di ieri è stato escluso il rischio ambientale per le condizioni dell’aria. “Poteva andare peggio. Se a bruciare fosse stato petrolio non raffinato, o se fossimo stati in un periodo di cappa estiva, il rischi per la salute sarebbero stati maggiori”. Lo ha dichiarato Fabio Ferranti, dirigente di Ispra, in un’intervista a La Repubblica. “Il fumo nero indica la presenza di sostanze non bruciate del tutto. È più nocivo del fumo bianco, in cui tutto il materiale viene consumato. Contiene residui di idrocarburi e monossido di carbonio”. Il peggio è stato evitato grazie al vento e al lavoro tempestivo dei vigili del fuoco.

Lo sciopero dei sindacati: “Incidenti sul lavoro sono una guerra silenziosa e infinita”

I sindacati Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti hanno proclamato uno sciopero generale provinciale di due ore per mercoledì 11 dicembre, con una manifestazione dalle 14.30 alle 16.30. Prevista un’assemblea e un presidio davanti alla raffineria. Attesi circa 500 lavoratori. “Questa è una guerra silenziosa che sembra non finire mai. Suscita interesse solo dopo tragedie come questa. Non si può morire lavorando”.

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Giovanna Sorrentino