Molti Paesi europei, tra cui l’Italia, hanno sospeso le richieste di asilo per i richiedenti siriani. Il tema sta creando un ampio dibattito a livello internazionale.
Da un lato c’è la necessità di assicurare alla Siria un governo stabile per tutti i cittadini. Dall’altro il bisogno di sicurezza in Europa, dove si teme l’ondata migratoria.
“La situazione in Siria è estremamente instabile. – ha spiegato Eve Geddie, direttrice dell’ufficio di Amnesty International presso le istituzioni europee – 5 decenni di brutalità e repressione non possono essere superati dall’oggi al domani. Tuttavia, i governi europei non hanno perso tempo a bloccare le domande di asilo dei siriani”.
Il diritto d’asilo nel nostro Paese è garantito dalla Costituzione, oltre che dalla Convenzione di Ginevra e da direttive europee. È possibile esercitare tale diritto con la protezione internazionale. In pratica, lo si accorda nel momento in cui vengono violati o rischiano di essere violati i diritti dei cittadini stranieri. La bussola è data proprio dalla nostra Costituzione: nel Paese d’origine, in questo caso la Siria, devono essere garantite le medesime libertà democratiche garantite in Italia.
Siria, Hayat Tahrir al-Sham (Hts) e Abu Mohammad al-Jolani
Il problema è che la situazione in Siria è ancora estremamente fluida. È presto per stabilire se si tratta o meno di un Paese sicuro dove verranno rispettate etnie, fedi religiose, minoranze e orientamenti. Le forze ribelli che hanno preso il potere dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad stanno comunque diffondendo nel Paese e nel mondo messaggi di tolleranza. Ma è ancora prematuro comprendere la vera anima del gruppo Hayat Tahrir al-Sham (Hts), poi denominato al-Nusra, e del suo leader Abu Mohammad al-Jolani.
Hts, con un recente passato vicino ad al-Qaeda, è ancora considerata dalle Nazioni Unite un’organizzazione terroristica. Al momento della presa del potere, inoltre, come atto simbolico i ribelli hanno liberato dalle carceri tutti i prigionieri. Tra questi, però, oltre ai detenuti politici, ci sarebbero anche veri e propri jihadisti coinvolti, specie nell’ultimo decennio, nella guerra civile siriana.
Pedersen (Onu): “Hts-al-Nusra, una questione chiave”
“Quella di Hts è una questione chiave. – ha detto l’inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria Geir Pedersen – Con la risoluzione 2254 del Consiglio di sicurezza, al-Nusra è stata elencata come organizzazione terroristica. Ma dobbiamo anche essere onesti. E guardare a cosa è successo negli ultimi 9 anni. Hts, così come anche altri gruppi armati, hanno inviato buoni messaggi anche sul campo al popolo siriano, di unità e di inclusività”.
Secondo l’Onu, insomma, la prova più importante riguarderà gli accordi di transizione a Damasco. Qualora ci saranno conferme sulle intenzioni di Hts, allora la comunità internazionale rivaluterà la posizione di un’organizzazione che lo stesso al-Jolani ha detto comunque di essere disposto a smantellare. “Siamo ancora in un periodo molto fluido, le cose non si sono sistemate. – ha continuato Pedersen – C’è una vera opportunità di cambiamento. Ma deve essere colta dagli stessi siriani e sostenuta dall’Onu e dalla comunità internazionale”.
In Europa si osserva quindi l’evolversi rapida della situazione. “Prendiamo atto della decisione di Italia e altri Paesi di sospendere temporaneamente l’esame delle domande d’asilo provenienti da cittadini siriani. – ha commentato Filippo Ungaro, portavoce in Italia dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) – La cosa importante tuttavia è che le persone che sentono il bisogno di ottenere protezione internazionale possano richiederla e avere accesso al territorio straniero, anche perché le domande devono essere valutate caso per caso”.
Piantedosi: “L’intelligence è sul campo”
L’ipotesi della valutazione caso per caso è stata lanciata da più parti. Il Ministro degli Esteri Antonio Tajani ha specificato che la sospensione dell’esame delle richieste di asilo è temporanea: “Un arrivo di massa senza guerra civile lo escluderei. C’è più voglia di rientro ma bisogna stare molto attenti. Noi teniamo aperta l’ambasciata a Damasco per capire cosa succede e perché l’Italia è giusto che svolga un ruolo in come nell’intero Medio Oriente”.
“Il livello di allerta è massimo, siamo pronti a tutto. – ha invece affermato il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi – L’intelligence è sul campo. Bisogna capire quale sarà l’evoluzione dello scenario che si presenta. Al momento ci sono state decisioni condivise con altri Paesi europei come la sospensione della trattazione delle domande di asilo, anche quelle pendenti. Il flusso di profughi avuto negli ultimi anni era fatto da gente che scappava dal regime di Assad, presumibilmente ora si può mettere in considerazione che le stesse possano tornare. Tutto quello che è avvenuto è avvenuto senza reazione dalla popolazione civile, delle istituzioni, dello Stato“.