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Esteri

Siria, perché Israele sta attaccando (e avanzando verso Damasco) e qual è il vero obiettivo di Tel Aviv

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Francesco Ferrigno

La caduta del regime di Assad in Siria ha creato da un lato la necessità di un nuovo governo, dall’altro vuoti di potere in ampie zone del Paese.

È polemica a livello internazionale in queste ore per il ruolo di Israele in Siria. Media locali vorrebbero le truppe di Tel Aviv a pochi chilometri dalla capitale Damasco, ma l’esercito dello stato ebraico si è affrettato a smentire tale eventualità.

Siria, perché Israele sta attaccando (e avanzando verso Damasco) e qual è il vero obiettivo di Tel Aviv

Il rischio paventato è che Israele vorrebbe approfittarsi in qualche modo del caos successivo alla caduta del regime di Bashar al-Assad. Per il momento, però, l’obiettivo dichiarato è quello di rendere la Siria, ed in particolare le cosiddette zone cuscinetto, sicure per lo Stato ebraico. Allontanando il rischio che le forze ribelli che hanno preso il potere, considerate vicine a gruppi jihadisti, possano appropriarsi degli armamenti di Assad.

La zona cuscinetto in questione è circa 50 chilometri ad est delle Alture del Golan e Damasco. “Le notizie che circolano in alcuni media che affermano che le truppe delle Idf stanno avanzando o si stanno avvicinando a Damasco sono completamente errate. – ha specificato il colonnello Avichay Adraee, portavoce delle Idf, l’esercito israeliano – I militari sono presenti all’interno della zona cuscinetto e in posizioni difensive al fine di proteggere il confine israeliano”.

“Una delle più grandi operazioni offensive nella storia dell’aeronautica israeliana”

Dopo il rovesciamento del presidente Assad nei giorni scorsi, Israele ha inviato truppe nella zona istituita dall’Onu dopo la guerra del 1973. Tel Aviv ha sottolineato che la mossa era temporanea e aveva lo scopo di prevenire attacchi. L’accordo che istituiva la zona era crollato e le truppe siriane si erano ritirate dalle loro posizioni. Da allora Israele ha attaccato più di 250 obiettivi all’interno del territorio siriano. Ha preso di mira basi militari, aerei da combattimento e sistemi missilistici.

La radio dell’Idf ha definito l’attacco alle basi di Assad “una delle più grandi operazioni offensive nella storia dell’aeronautica israeliana”. Tel Aviv ha quindi distrutto decine di aerei da combattimento di sistemi missilistici terra-aria, siti di produzione, depositi di armi, anche chimiche, e missili terra-superficie, oltre ad arsenali utilizzati secondo l’Idf per la fornitura di armi alle milizie sciite libanesi di Hezbollah.

Ampia operazione per distruggere la flotta navale

La Marina israeliana ha poi condotto un’ampia operazione per distruggere la flotta navale del regime di Assad in Siria. Sempre nel timore che cada nelle mani sbagliate. Numerose navi della Marina siriana dotate di missili sono state distrutte da motovedette missilistiche nella baia di Minet el-Beida e nel porto di Latakia, sulla costa siriana.

Ampia operazione per distruggere la flotta navale

È molto preoccupante vedere gli attacchi e i movimenti israeliani sul territorio siriano. È estremamente importante che cessino”, ha detto l’inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria Geir Pedersen.

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Francesco Ferrigno