La ong tedesca Compass Collective nel giorno dell’Immacolata ha tratto in salvo in mare una bambina di 11 anni partita dalla Tunisia.
È arrivata completamente sola in Italia. Tre giorni fa ha cercato di attraversare l’inferno. Il barchino sul quale viaggiava nel mar Mediterraneo è affondato, trascinando con sé le oltre 40 anime che si trovavano sullo scafo malconcio.
L’equipaggio del veliero Trotamar III è riuscito a recuperarla di notte, nella tempesta, mentre si teneva a galla grazie ad una camera d’aria e a un giubbotto di salvataggio. È la terribile storia di una bambina di 11 anni, giunta all’alba di oggi a Lampedusa. A soccorrere il barchino partito da Sfax, in Tunisia, il giorno dell’Immacolata, l’8 dicembre scorso, sono stati gli operatori della ong tedesca Compass Collective che hanno sbarcato la bambina, all’alba, al molo commerciale dell’isola siciliana.
La piccola migrante, da quello che i soccorritori sono riusciti a capire, è originaria di Sierra Leone. La piccola, unica sopravvissuta, è stata recuperata in mare dal veliero della ong Compass Collective, che era in zona per un altro intervento, alle 3.20 della notte. La naufraga si teneva a galla grazie a una camera d’aria e a un giubbotto di salvataggio. È giunta a Lampedusa alle 6. La piccola, secondo le prime informazioni, sarebbe l’unica superstite di un naufragio costato la vita a una quarantina di persone.
Partiti dalla Tunisia tre giorni fa, i migranti sarebbero stati sorpresi dal maltempo. La piccola è stata tratta in salvo dagli operatori, sbarcata all’alba sull’isola e condotta al presidio territoriale di emergenza (Pte) per accertamenti. Stando ai racconti degli operatori, il salvataggio è stato effettuato durante una tempesta con onde alte 3,4 metri e il vento a 23 nodi.
Sempre in queste ore la ong Sos Humanity ha pubblicato il documento intitolato “Salvare i rifugiati invece di esternalizzare la loro protezione a Paesi terzi“. Secondo gli attivisti per impedire alle persone di fuggire attraverso il Mediterraneo centrale e tenerle lontane dall’Ue, l’Unione Europea e i suoi Stati membri stanno sempre più esternalizzando il controllo delle frontiere. E le procedure di asilo a Paesi terzi. “In questo modo – si legge nel report – sostengono le violazioni dei diritti umani contro le persone in movimento, spendendo milioni di soldi dei contribuenti: dal 2016 fino al 2027, l’Ue e i suoi Stati membri avranno investito almeno 327,7 milioni di euro nella gestione delle frontiere di Libia e Tunisia“.