“Leggi assurde e insensate”: Medici Senza Frontiere ha preso una decisione senza precedenti, annunciando la conclusione delle operazioni nel Mediterraneo centrale della Geo Barents.
Parliamo della nave di ricerca e soccorso che in oltre 3 anni di attività ha soccorso 12.675 persone in 190 operazioni di salvataggio. Il motivo è da ricercare nelle nuove norme contenute nel decreto voluto dal Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi a gennaio 2023.
Norme inasprite proprio a dicembre 2024. Sempre più spesso, infatti, le navi delle ong sono state colpite da fermi e sanzioni amministrative. E sono obbligate a raggiungere porti di destinazione anche molto lontani.
La questione nella maggior parte dei casi ruota attorno alla mancata collaborazione con la guardia costiera libica, che creerebbe situazioni di pericolo in mare. Msf ha fatto sapere che “tornerà in mare il prima possibile per salvare vite nel Mediterraneo centrale, dove oltre 31mila persone sono morte o disperse dal 2014. Conferma il suo impegno per assistere le persone in movimento in una delle rotte migratorie più letali al mondo”.
“Torneremo anche per testimoniare e denunciare le violazioni commesse contro le persone migranti dall’Italia, gli stati membri dell’Unione europea a altri attori”, ha affermato Juan Matias Gil, capomissione di Msf per la ricerca e il soccorso in mare. Negli ultimi 2 anni la Geo Barents ha subito 4 sanzioni da parte delle autorità italiane. Per un totale di 160 giorni in cui è stata sottoposta a fermo amministrativo.
La prassi delle autorità italiane di assegnare porti lontani, spesso al nord, per lo sbarco delle persone soccorse in mare, ha ulteriormente minato la capacità della Geo Barents di soccorrere vite in mare. E di essere presente dove è più necessario. Nel giugno 2023, ad esempio, le autorità italiane hanno ordinato alla Geo Barents, che può ospitare fino a 600 persone a bordo, di dirigersi a La Spezia, a più di 1.000 km di distanza. A bordo c’erano 13 sopravvissuti.
“Invece di utilizzare la capacità di soccorso delle navi umanitarie, le autorità italiane ne hanno minato l’operatività. Le leggi e le politiche italiane esprimono un vero e proprio disprezzo per le vite delle persone che attraversano il Mediterraneo. – ha spiegato Margot Bernard, coordinatrice del progetto di Msf – Le storie di decine di migliaia di sopravvissuti riecheggiano ovunque sulla nostra nave. I bambini hanno mosso i primi passi su questi ponti. Le persone hanno pianto i loro cari. Quando le politiche europee di deterrenza causano così tanta sofferenza e costano così tante vite, abbiamo il dovere di insistere a favore dell’umanità”.