Tratta di esseri umani, traffico di migranti, droga e armi da fuoco: l’Europol ha coordinato un’immensa operazione contro la criminalità organizzata.
Numeri impressionanti quelli dell’Empact Joint Action Day South East Europe (Jad See 2024). Da un centro di coordinamento istituito a Sarajevo, capitale della Bosnia-Erzegovina, sono partite 316 differenti indagini.
Le attività hanno portato all’arresto di 796 individui e sono state sequestrate 442 armi. L’operazione ha coinvolto 31.109 operatori delle forze dell’ordine di 26 Paesi, tra cui l’Italia. Eseguito 655.914 controlli su diverse entità, tra cui 516.153 persone, 152.284 veicoli, 4.985 pacchi postali e 1.181 locali.
Jad See 2024 ha visto l’impiego di risorse congiunte dell’Unione europea e dei suoi partner internazionali. Sono state prese di mira molteplici minacce criminali, tra cui la tratta di esseri umani, il traffico di migranti, il traffico di droga e di armi da fuoco illegali e la lotta contro le reti criminali ad alto rischio.
I controlli e le perquisizioni hanno interessato sia il mondo fisico sia quello online, tra cui il clear web, il dark web e le piattaforme dei social media. In particolare, le cyber pattuglie hanno coinvolto non solo le autorità di polizia, ma anche i procuratori di diverse giurisdizioni.
Dalla partecipazione dei partner nella regione dei Balcani occidentali e dei Paesi che fanno parte del partenariato orientale come Moldavia e Ucraina, al supporto della Turchia, la chiave del successo dell’operazione è stata la collaborazione transfrontaliera. Lavorando fianco a fianco, agenzie e progetti Ue ed extra Ue hanno fornito la loro competenza. Consentendo al Jad See 2024 di presentare un fronte veramente unito contro la criminalità organizzata.
Europol ha supportato questa iniziativa congiunta inviando esperti con uffici mobili che potevano verificare le nuove informazioni con i database dell’agenzia. I Paesi partner e le agenzie hanno allo stesso modo inviato competenze specifiche. Parliamo di unità di rilevamento speciali, unità cinofile, esperti nei metodi di occultamento. E poi esperti di frode documentale a supporto della vasta operazione fisica e virtuale.
“Il progetto Eu4Fast – hanno fatto sapere da Europol – ha supportato l’istituzione del centro di coordinamento e la partecipazione dei paesi dei Balcani occidentali, della Moldavia, dell’Ucraina, della Turchia e di alcuni Stati membri dell’Ue, nonché dell’Interpol, durante la fase operativa”.