Qual è il giorno esatto dell’eruzione del Vesuvio che ha seppellito Pompei ed Ercolano? Per rispondere alla complicata domanda gli esperti del Parco archeologico campano hanno pubblicato un nuovo studio.
I risultati sono stati pubblicati sull’E-Journal degli Scavi di Pompei in un articolo a firma di Gabriel Zuchtriegel, Chiara Comegna, Fabrizio Conte e Alessandro Russo.
La ricerca è dedicata alla data dell’eruzione del Vesuvio nel 79 d. C., che ha distrutto Pompei, Ercolano e Stabiae. Plinio il Giovane l’ha ricordata per il 24 agosto, ma da tempo ciò è stato messo in dubbio a favore di una data più in là nell’anno. “Non possiamo al momento escludere che l’eruzione sia avvenuta il 24 agosto, come scrisse Plinio, e occorre domandarsi cosa questo potrebbe significare”, ha dichiarato il direttore degli Scavi Zuchtriegel, che è tra gli autori dello studio.
Gli esperti hanno infatti tenuto in considerazione che l’area mediterranea è da considerarsi una sorta di hot spot nello studio dei cambiamenti climatici attuali. Clima e pratiche agricole cambiavano già in antico, sia da regione a regione, sia nel corso del tempo. Bisogna anche ricordare che per i romani l’autunno iniziava intorno all’8 agosto. “Forse abbiamo sottovalutato la tradizione letteraria, – ha continuato Zuchtriegel – che in realtà non è così confusionaria come si è spesso creduto, mentre potremmo aver sopravvalutato la stabilità del clima e dei cicli agricoli”.
Gli autori della ricerca pubblicata hanno presentato i risultati di un progetto di archeologia sperimentale. Progetto basato sulla durabilità di iscrizioni a carboncino. Elaborato anche un aggiornamento sullo studio delle fonti letterarie e archeobotaniche. La conclusione è che al momento non ci sono sufficienti elementi per scartare la data del 24 agosto, presente già nei più antichi manoscritti. Sono stati posti, inoltre, alcuni interrogativi riguardo a cambiamenti climatici e diversità geografiche caratterizzanti coltivazioni e pratiche agricole nel mondo antico.
Il clima, infatti, è cambiato anche nel passato, seppure con ritmi più lenti rispetto ad oggi. L’antica Pompei offrirebbe un’occasione unica per studiare un ecosistema fortemente condizionato dalla presenza umana già 2000 fa. La biodiversità e la varietà di pratiche, coltivazioni e tradizioni locali va ben oltre il quadro che offrono gli autori antichi che si sono occupati di agricoltura. “Comunque, il nostro non vuole essere un punto finale. Ma un contributo per continuare la discussione e aprire nuove prospettive”, ha concluso il direttore del Parco.
Da Plinio il Giovane ci è stata tramandata la data del 24 agosto. Tutte le altre (24 ottobre, 1 novembre, 23 novembre) sarebbero il risultato di fraintendimenti, supposizioni e errate interpretazioni recenti.