Attentato in Russia: a Mosca è stato ucciso il generale Igor Anatolievich Kirillov, comandante delle truppe di difesa nucleare, chimica e biologica (Cbr) delle forze armate.
Insieme a Kirillov ha perso la vita anche il suo assistente. L’attentato è stato effettuato tramite l’esplosione di un potente ordigno piazzato su un monopattino elettrico. La deflagrazione è avvenuta sulla Ryazanskiy Prospekt, un viale della capitale russa.
Il nome del generale era salito più volte alla ribalta delle cronache di guerra. Ucraina, Regno Unito e Usa lo avevano accusato più volte di aver utilizzato armi chimiche nel corso del conflitto sul suolo ucraino, tanto da essere prima sanzionato e poi condannato proprio ieri in contumacia da un Tribunale di Kiev. A sua volta, però. Kirillov aveva accusato l’Ucraina di aver prima realizzato in laboratorio e poi utilizzato in segreto armi chimiche mascherate da proiettili fumogeni.
Il generale, come già accennato, era a capo delle truppe del presidente Vladimir Putin per la difesa nucleare, chimica e biologica delle forze armate russe. L’ordigno esplosivo era stato piazzato su un monopattino elettrico parcheggiato accanto all’ingresso di un edificio residenziale. Il dipartimento di Mosca del Comitato investigativo russo ha già avviato un’indagine penale sull’attacco. Stando alle ultime informazioni le autorità hanno classificato l’episodio come “atto terroristico”. Nel dettaglio, gli investigatori hanno quindi aperto un fascicolo per omicidio, atto terroristico, traffico illegale di armi, munizioni.
In queste ore alcuni media ucraini hanno riportato dichiarazioni attribuite ad una fonte appartenente all’intelligence di Kiev, che avrebbe in questo modo rivendicato l’attentato. “Kirillov era un criminale di guerra – si legge – ed un obiettivo completamente legittimo. Ha dato ordine di usare armi chimiche proibite contro l’esercito ucraino. Una fine così ingloriosa attende tutti coloro che uccidono ucraini. La punizione per i crimini di guerra è inevitabile“.
“Igor Kirillov ha sistematicamente denunciato per molti anni i crimini degli anglosassoni. – ha detto la portavoce del Ministero degli Esteri russo Maria Zakharova – Le provocazioni della Nato con armi chimiche in Siria, le manipolazioni del Regno Unito con sostanze chimiche proibite e le provocazioni a Salisbury e Amesbury, le attività letali dei biolaboratori americani in Ucraina e molto altro. Ha lavorato senza paura”.
Nel luglio scorso Mosca era già stata scossa da un altro attentato. Era stato preso di mira il vicecapo dell’89esimo centro di comunicazioni satellitari delle Forze Armate russe, Andrei Torgashov. In quel caso l’ufficiale era rimasto ferito nell’esplosione di un auto mentre era insieme alla moglie.
Kirillov era stato condannato in contumacia da un Tribunale ucraino lunedì per l’uso di armi chimiche vietate durante la guerra di aggressione russa in Ucraina iniziata a febbraio 2022. Ad accusarlo era stata l’intelligence militare di Kiev (Sbu). Nell’ottobre scorso, invece, il Regno Unito lo aveva sanzionato. In una nota del governo inglese si legge: “Le forze armate russe hanno ammesso apertamente di aver utilizzato armi chimiche pericolose sul campo di battaglia. Con un uso diffuso di agenti antisommossa e molteplici segnalazioni dell’uso dell’agente tossico soffocante cloropicrina, impiegato per la prima volta sui campi di battaglia della prima guerra mondiale”.
“Tra coloro che sono stati sanzionati oggi – continua il comunicato stampa del Dipartimento degli Affari esteri del Regno Unito – ci sono le truppe di difesa radiologica, chimica e biologica delle forze armate russe e il suo leader Igor Kirillov. Responsabile di aver aiutato a schierare queste armi barbariche. Kirillov è stato anche un importante portavoce della disinformazione del Cremlino, diffondendo bugie per mascherare il comportamento vergognoso e pericoloso della Russia”.
Pochi giorni dopo lo stesso Kirillov aveva convocato una conferenza stampa per gli addetti militari delle ambasciate straniere a Mosca. Il generale aveva detto di avere informazioni sui piani di Kiev di organizzare raid con l’uso di cosiddette “dirty bomb”. Ovvero “bombe sporche” che combinano materiale radioattivo a esplosivo convenzionale. “Il Ministero della Difesa – aveva detto il generale – si è preparato per contrastare possibili provocazioni dell’Ucraina. Forze e attrezzature sono pronte per operare su terreni radioattivi”.
Pochi giorni prima Igor Kirillov aveva tenuto un briefing al Ministero della Difesa presentando un dossier intitolato “L’uso di sostanze chimiche tossiche da parte dell’Ucraina”. In particolare, il documento di 6 pagine comprendeva anche prove fotografiche riguardanti presunti laboratori per la realizzazione di armi chimiche e l’uso effettivo di queste armi rinvenute nella regione del Kursk.
Nei discorsi di Kirillov anche l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opcw) con sede a L’Aia. Scopo dell’organizzazione è promuovere e verificare l’adesione alla Convenzione sulle armi chimiche che proibisce l’uso di tali armi e ne chiede la distruzione.
“Il nostro Paese – aveva affermato il generale – ha distrutto tutte le sue armi chimiche nel settembre 2017, e che ciò è stato fatto prima del previsto. La distruzione è stata effettuata sotto il controllo generale dell’Opcw e degli ispettori dei Paesi occidentali, in particolare degli Stati Uniti. Il direttore generale dell’Opcw ha confermato ufficialmente la completa eliminazione delle armi chimiche”.
Secondo Kirillov l’11 agosto scorso una munizione a grappolo era stata utilizzata dalle forze armate ucraine a Sudzha, nella regione di Kursk, causando più di 20 vittime. “L’analisi dei campioni prelevati – aveva spiegato il generale russo – presso il laboratorio accreditato dall’Opcw del Centro scientifico n. 27 del Ministero della Difesa ha dimostrato che le ferite al personale sono state causate dall’inalazione di grandi quantità di aerosol contenenti cloro e asfissianti tossici. E la miscela di cloruro di metallo era solo un mezzo di mimetizzazione“.