La pig butchering è un tipo di truffa online in cui la vittima viene attirata in una falsa storia d’amore o di amicizia per poi essere indotta ad inviare denaro, spesso in criptovaluta, ai malviventi.
Proprio in queste ore l’Interpol ha acceso un faro sulla frode, che ormai sta spopolando sia nelle app di incontri sia sui social media, nell’ambito della campagna in corso denominata Think Twice (ovvero, pensaci due volte), che mira a sensibilizzare gli utenti online.
Le autorità hanno chiesto in primis un cambio di linguaggio per combattere la frode relazionale. Pig butchering deriva dal fatto che i truffatori chiamano le loro vittime maiali. I criminali conquistano la fiducia delle vittime, all’ingrasso come i maiali prima della macellazione che, in maniera figurata avviene quando i malcapitati vengono convinti ad investire. Secondo l’Interpol il termine romance baiting deve sostituire pig butchering, essendo quest’ultimo stigmatizzante.
“Una volta che le vittime investono ingenti somme di denaro – hanno fatto sapere dall’Interpol – vengono ulteriormente manipolate o bruscamente tagliate fuori. Il che spesso comporta perdite finanziarie devastanti e danni psicologici. Il termine pig butchering è disumanizzante ed umiliante. E scoraggia le persone dal farsi avanti per chiedere aiuto e fornire informazioni alle autorità”. La truffa sarebbe nata in Cina e si sarebbe diffusa in tutto il mondo nel corso della pandemia da Covid-19.
I truffatori creano false identità molto elaborate per stabilire connessioni romantiche o emotive con le vittime. Alle truffe finanziarie convenzionali si aggiunge quindi la manipolazione psicologica. Inoltre, i truffatori sviluppano falsi siti web di brokeraggio ed applicazioni mobili per legittimare il proprio schema. Il che rende difficile per le vittime distinguerli da piattaforme vere.
Il termine romance baiting insomma, già utilizzato da alcune agenzie di polizia e da esperti di sicurezza online, riconosce le tattiche sofisticate. E la manipolazione emotiva utilizzate dai truffatori per creare fiducia nelle loro vittime. Pone l’attenzione proprio dove dovrebbe essere. Sulle azioni dei malviventi, piuttosto che su quelle delle vittime.
“Le parole contano. – ha detto Cyril Gout, direttore esecutivo ad interim dei servizi di polizia dell’Interpol – Lo abbiamo visto nelle aree dei reati sessuali violenti, degli abusi domestici e dello sfruttamento minorile online. Dobbiamo riconoscere che le nostre parole contano anche per le vittime di frode. È tempo di cambiare il nostro linguaggio per dare priorità al rispetto e all’empatia per le vittime e per ritenere i truffatori responsabili dei loro crimini”.