Ottavia Piana: Tullio Bernabei, soccorritore di Alfredino Rampi, si calerà nella grotta di Bueno Fonteno.
C’è anche Tullio Bernabei nel team degli speleologi che stasera, martedì 17 dicembre, si caleranno nella grotta di Bueno Fonteno, dove la speleologa Ottavia Piana è rimasta intrappolata tra sabato e domenica.
Bernabei è uno speleologo con oltre 50 anni di attività, già componente del direttivo della Società speleologica italiana. L’11 giugno del 1981 fu il primo a calarsi a testa in giù a Vermicino, vicino Frascati, per tentare di salvare Alfredino Rampi.
Ottavia Piana è intrappolata nella grotta nei pressi del Lago di Iseo in provincia di Bergamo, dopo essere rimasta ferita per via di una caduta da un’altezza di 5 metri, che le ha provocato traumi a gambe, volto e torace. Al momento è vigile e al suo fianco ci sono le squadre del Corpo Nazionale Soccorso Alpino Speleologico.
“Non arriverò tecnicamente come soccorritore”, ha spiegato Bernabei a Notizie.com. “Le squadre stanno già svolgendo in autonomia le operazioni di soccorso. Io sarò lì per documentare, filmare in video una delle manovre più complesse della risalita da un pozzo di 50 metri in verticale, dove verrà issata la barella”.
Il video servirà per le “future fasi di preparazione e addestramento”, ha aggiunto. E allo stesso tempo, per “comunicare al pubblico la complessità dell’operazione, illustrata direttamente da noi. Perché sarebbe difficile portare un operatore esterno non esperto in queste situazioni”.
Le operazioni di soccorso per salvare e riportare Ottavia Piana fuori dalla grotta, saranno molto lunghe. I soccorritori hanno raggiunto la trentaduenne a tre chilometri dall’ingresso della grotta, ma serviranno ancora tra le 36 e le 48 ore per trarla definitivamente in salvo. “Ci sono soste frequenti dettate dai medici”, ha spiegato Bernabei. “Il tratto è ancora lungo. La barella avanza lentamente con pause per il riposo. Il soccorso sta seguendo una procedura standard”.
Ma in cosa consiste? “La grotta è caratterizzata da tratti ampi e comodi, nei quali tre soccorritori da un lato e tre dall’altro portano la barella senza intoppi. Poi ce ne sono altri più stretti, nei quali un soccorritore si stende, la barella passa sopra e un altro la tira. Intanto gli altri si adattano alle dimensioni della grotta. I tratti più stretti sono già stati allargati preventivamente, ma è un saliscendi. Poi è lunga”.
Intanto la parte più stretta della grotta è già stata superata e le comunicazioni tra Ottavia Piana e l’esterno sono garantite da un cavo telefonico posizionato su tutto il percorso. Rino Bregani, medico del Soccorso Alpino, ha spiegato che la speleologa parla poco. “Dice che non entrerà mai più in una grotta” e di voler “abbandonare per sempre la speleologia”.
“Quanto accaduto a Ottavia Piana è stato un incidente. Lei è esperta, hanno usato tutte le precauzioni del caso per entrare in un territorio inesplorato”, ha dichiarato Bernabei. “Tuttavia in natura non esiste il rischio zero. Si poteva fare ben poco per prevenire questo incidente. In questo caso è più importante conoscere la grotta il più possibile per accelerare le manovre di soccorso”.