Immobilizzati a letto con mezzi di contenimento o legati con cinghie alle sedie a rotelle: l’inferno è stato scoperto dai carabinieri in una casa di riposo.
I carabinieri hanno eseguito all’alba di oggi un’ordinanza di custodia cautelare per 9 persone (6 in carcere e 3 agli arresti domiciliari). Tutte sono ritenute dalla Procura della Repubblica di Caltanissetta responsabili di maltrattamenti e sequestri di persona.
Gli indagati sono accusati a vario titolo di maltrattamenti, sequestro di persona, abbandono di persone ed esercizio abusivo di pratiche sanitarie. I militari del nucleo operativo nisseno hanno ripreso con microcamere nascoste quanto avveniva nella casa di riposo Santa Chiara del quartiere Santa Flavia di Caltanissetta. Stando a quanto accertato da inquirenti ed investigatori erano soprattutto i più fragili a subire le vessazioni.
Le autorità: “Comportamenti vessatori”
I maltrattamenti venivano portati avanti allo scopo di impedire agli anziani ogni movimento. L’immobile è stato sequestrato e affidato a un amministratore giudiziario. “Nel corso dell’indagine sono emersi – hanno fatto sapere le autorità in una nota – concreti elementi circa comportamenti vessatori da parte degli operatori socio-sanitari e dei gestori della struttura, che delineano le ipotesi di reato di maltrattamenti, sequestro di persona, abbandono di persone ed esercizio abusivo di pratiche sanitarie“.
L’amministratore giudiziario avrà ora il compito di consentire agli ospiti della casa di riposo più adeguate e migliori condizioni di assistenza. Stando a quanto emerso dalle indagini le due titolari delle società che gestivano la casa di riposo Santa Chiara, Venera Alaimo di 63 anni e Agata Giovanna Salamone di 50 anni, erano “consapevoli dello stato di abbandono in cui versavano gli ospiti della casa di riposo e della carente gestione dei servizi”.
Le urla di dolore e le richieste di aiuto
Nonostante questo, però, le donne avrebbero “omesso di adottare qualsivoglia provvedimento organizzativo e direttivo”. Gli altri indagati, tutti operatori sociosanitari, sono accusati di aver maltrattato gli anziani utilizzando nei loro confronti un linguaggio offensivo, minaccioso, volgare, schernendoli per la loro incontinenza. Nelle immagini diffuse dai carabinieri si nota anche un operatore inquadrare un anziano col proprio smartphone, forse per fotografare o riprendere la vittima. Altri avrebbero anche tenuto bloccati gli anziani sui letti per diverse ore con dei mezzi di contenimento.
Gli episodi oggetto dell’inchiesta sarebbero avvenuti anche nelle ore notturne. Ovvero quando i parenti in visita non potevano notare nulla. Gli anziani venivano immobilizzati a letto e nello stesso tempo scherniti. Nonostante le urla di dolore e le richieste di aiuto, nessuno sarebbe intervenuto. In carcere sono finiti, oltre a Alaimo e Salamone, anche Pietro Castronovo di 44 anni, Gianluca Giuseppe Ciresi di 50 anni, Gaetano Marrocco di 51 anni. Arresti domiciliari con braccialetto elettronico, invece, per Katia Dibenedetto di 48 anni, Marco Iacono di 38 anni e Noemi Tomasella di 25 anni.