Utilizzava molti nomi ma su uno in particolare proseguono le indagini: Andrea Bonafede. Ovvero l’alias che ha “tradito” fino alla cattura, il boss della mafia Matteo Messina Denaro.
Gli ultimi dettagli sul nuovo filone d’inchiesta dell’Antimafia di Palermo parlano chiaro. Secondo i pm una vera e propria rete di operatori sanitari avrebbe “protetto” l’imprendibile capo mafia permettendogli di curarsi prima agli occhi e poi per un tumore.
Denaro, arrestato il 16 gennaio 2023 proprio in una clinica privata del capoluogo siciliano, è poi morto in carcere il 23 settembre dello scorso anno. Nel giorno in cui sono scattate le manette, dopo 30 anni di latitanza, nel covo del boss dei corleonesi a Campobello di Mazara, i carabinieri hanno trovato due ricette mediche per la cura di una grave forma di strabismo (per cui era stato visitato anche in Spagna). Ricette intestate a due persone diverse, ovvero a due alias dello stesso Denaro.
Entrambi i documenti sono stati firmati da Antonio Pioppo di 69 anni. Si tratta del primario del reparto di Oculistica dell’ospedale Civico di Palermo, in passato a capo dell’omonima struttura della clinica Villa Sofia. Dagli accertamenti è emerso che Pioppo ha visitato due volte il boss fra il 2016 e il 2020. Il medico ha sempre detto di non sapere chi fosse in realtà il paziente. Pioppo non ha convinto i magistrati: il medico in 4 anni ha visitato la stessa persona con la stessa patologia di strabismo ma con due nomi diversi.
La Procura palerminana in queste ore lo ha indagato per favoreggiamento personale aggravato e per procurata inosservanza di pena. Poi il procuratore aggiunto della Dda di Palermo Paolo Guido e i sostituti Gianluca De Leo e Piero Padova hanno inviato i carabinieri nei due ospedali dove Pioppo ha lavorato, oltre che nello studio medico privato: il Civico e Villa Sofia. Sono stati acquisiti molti documenti. In particolare, quelli riconducibili ad Andrea Bonafede e agli altri 14 alias dell’ultimo dei corleonesi.
Gli inquirenti stanno cercando di capire anche se Denaro è stato operato agli occhi in uno dei due ospedali. Alle identità i carabinieri sono giunti sempre grazie alla perquisizione del covo di Campobello. Si tratta di nominativi, tutti di persone in vita, tranne una, con date di nascite compatibili con quelle dell’ex primula rossa sono Giuseppe Giglio, Vito Accardo, Gaspare Bono, Giuseppe Bono, Renzo Bono, Salvatore Bono, Melchiorre Corseri, Vito Fazzuni, Giuseppe Gabriele, Giovanni Giorgi, Giuseppe Indelicato, Simone Luppino, Giuseppe Mangiaracina e Alberto Santangelo.
“Nessun medico, operatore sanitario o anche semplice impiegato di segreteria che abbia avuto contatti con Messina Denaro Matteo ha ritenuto di proporsi volontariamente per riferire di essersi occupato, a qualsiasi titolo, del latitante“, hanno detto al momento dell’arresto i magistrati della Procura di Palermo. Al setaccio adesso ci sono prescrizioni, ricette o cartelle. Pioppo non è l’unico indagato nel filone sanitario delle indagini sul boss. In carcere c’è già il tecnico radiologo Cosimo Leone. Il medico curante Alfonso Tumbarello è sotto processo, e sono indagati anche altri due medici.