Le conclusioni della prima giornata del Consiglio europeo sono chiare. È stata ribadita la “ferma condanna della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina”.
Nel documento finale del vertice in corso a Bruxelles si legge che “l’Unione Europea e i suoi Stati membri manterranno i loro intensi sforzi di sensibilizzazione globale. Parteciperanno alle discussioni che riguardano la sicurezza dell’Europa. La Russia non deve prevalere”.
L’Italia è stata protagonista (o quasi) di una lunga giornata di incontri e trattative. Già nella serata di ieri la premier Giorgia Meloni, volata in Belgio subito dopo le comunicazioni in Senato, aveva incontrato alcuni leader Ue e Nato. Era presente anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. In quella sede era stato sottolineato “il sostegno all’Ucraina e alla sua legittima difesa. Con l’obiettivo comune di costruire una pace giusta e duratura sulla base del diritto internazionale e dei principi della Carta delle Nazioni Unite”.
Zelensky è poi intervenuto nel corso del Consiglio dell’Unione europea, al quale partecipano i membri dei governi dei 27 Stati membri e che è presieduto da Antonio Costa. “Abbiamo bisogno di un lavoro coordinato per una pace duratura. – ha detto il presidente ucraino – Non solo della sospensione delle ostilità con cui Vladimir Putin vuole guadagnare tempo. Dobbiamo spingere Mosca verso una pace reale, sostenibile e garantita. Comprendiamo tutti che a gennaio il presidente Donald Trump aumenterà gli sforzi per porre fine alla guerra”.
La premier Meloni ha anche promosso una riunione informale con i leader dell’Ue di Danimarca, Paesi Bassi, Cipro, Grecia, Malta, Repubblica Ceca, Polonia, Svezia e Ungheria. L’obiettivo è stato quello di fare il punto sui rimpatri. E sulla “rilevanza delle soluzioni innovative nel contrastare la migrazione irregolare. Soprattutto per spezzare il modello di business dei trafficanti di esseri umani. – si legge in una nota di Palazzo Chigi – E, allo stesso tempo, consentire di focalizzare gli sforzi di accoglienza europea nei confronti di chi ha effettivamente diritto alla protezione internazionale“.
Subito dopo, però, la presidente del Consiglio è stata costretta a lasciare l’Europa builing a causa di un intenso stato influenzale. Meloni ha delegato il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis, in quanto membro del Med5 (un gruppo di 5 Paesi che si affacciano sul Mediterraneo), a rappresentare l’Italia nel prosieguo dei lavori.
Nelle scorse ore si è tenuto anche il summit sui Balcani occidentali. Il vertice di fatto ha sancito un passo avanti nel processo di integrazione europea dei Paesi dell’area. Ad entrare nel merito della questione è stato il vicepremier nonché Ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale Antonio Tajani.
Quest’ultimo ha avuto una serie di incontri a Bruxelles dedicati ai temi dell’allargamento e ai lavori della nuova Commissione. Erano presenti il presidente serbo Aleksandar Vucic, la presidente Ursula Von der Leyen, la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola. E poi il presidente del Partito popolare europeo Manfred Weber e la neo Commissaria per il Mediterraneo, Dubravka Suica. “Ho organizzato per il mese di febbraio a Roma una nuova riunione dei Ministri degli Esteri dei Paesi della regione con la nuova Commissione Ue. – ha spiegato Tajani – Occorre adesso arrivare a risultati concreti nel processo di allargamento”.
A Bruxelles c’era anche il vicepremier e Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini che ha partecipato al summit dei Patrioti (al Pe gruppo Patriots for Europe-PfE), cui convergono gli eletti della Lega al Parlamento europeo. “Abbiamo fatto il punto sul Consiglio europeo, – ha spiegato Salvini – sul tema dell’auto, sullo stop alle ecofollie, al green deal che significa tasse e problemi. Abbiamo ragionato di una missione a Washington, della fine della guerra, di un’alleanza tra movimenti giovanili. È stato molto fruttuoso”.
Salvini si è mostrato tranquillo. Nonostante l’attesa per la sentenza del cosiddetto processo Open Arms, prevista per domani. Il vicepremier è imputato a Palermo per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio. Il Ministro ha incassato in queste ore diverse manifestazioni di solidarietà, tra cui quella di Elon Musk. “Pazzesco che Salvini venga processato per aver difeso l’Italia!”, ha scritto il patron di Tesla su X. “Difendere i confini dell’Italia era mio dovere e sono orgoglioso di ciò che ho realizzato. Che io venga condannato o assolto, la nostra lotta per la libertà e la sicurezza in Italia e in Europa continuerà”, ha risposto il leader della Lega.