Uomo morto di aviaria negli Usa, Ciccozzi: “Il pericolo per l’uomo sono gli allevamenti intensivi, il virus può mutare”

Il virus dell’aviaria può passare dall’animale all’uomo. E da quel momento diventerebbe possibile la trasmissione tra gli esseri umani”.

Non dobbiamo arrivare a questo”. L’epidemiologo Massimo Ciccozzi punta il dito contro gli allevamenti intensivi: “La vera onta dell’aviaria sono gli animali ammucchiati”. 

L'epidemiologo Massimo Ciccozzi e sullo sfondo un allevamento intensivo di galline
Uomo morto di aviaria negli Usa, Ciccozzi: “Il pericolo per l’uomo sono gli allevamenti intensivi, il virus può mutare” (Ansa Foto) – notizie.com

Il primo grave caso di influenza aviaria in un uomo si è verificato negli Stati Uniti d’America. Il paziente è stato ricoverato in un ospedale in Louisiana dopo essersi esposto a uccelli malati e morti in stormi di animali da cortile.

Da un lato è vero che il caso riguarda gli Usa e che l’infezione avviene entrando in contatto con gli animali infetti, quindi non c’è trasmissione da uomo a uomo. Ma se continuiamo a permettere al virus di circolare negli allevamenti intensivi di bovini e polli, non è da escludere che possa avvenire una mutazione casuale del virus che arrivi all’uomo”. Così, contattato da Notizie.com, Massimo Ciccozzi, direttore dell’Unità di Statistica medica ed epidemiologica molecolare del Campus Bio-medico di Roma.

Il virus dell’aviaria ha già fatto un salto di specie dagli ovini ai bovini ad aprile, dimostrando che può mutare. Tecnicamente si chiama spillover ed è la fuoriuscita d un virus da una specie in cui circola abitualmente ad un’altra.

L’epidemiologo non esclude che prima o poi possa avvenire anche con l’uomo e “non perché si infetti dagli animali. Potrebbe avvenire un passaggio vero e proprio all’uomo. E da quel momento in poi sarebbe possibile la trasmissione interumana. Non dobbiamo arrivare a questo”.

Aviaria, Ciccozzi a Notizie.com: “La vera onta sono gli allevamenti intensivi”

Ma cosa possiamo fare per evitare il salto di specie? “Pregare”, ci risponde Ciccozzi. “Non toglieranno mai di mezzo gli allevamenti intensivi. La vera onta sono gli animali ammucchiati che vengono messi in una situazione nella quale il virus circola liberamente. Bisognerebbe evitarlo, ma non avverrà perché dietro ci sono motivi economici”. 

Allevamento intensivo, pulcini ammassati
Aviaria, Ciccozzi a Notizie.com: “La vera onta sono gli allevamenti intensivi” – notizie.com

Meno preoccupante è invece l’epidemia di malaria in Congo: “Questa malattia, non curata, può diventare mortale”. Come si è visto nel caso del paziente di Andrea Paoloni, il paziente di 55 anni morto allo Spallanzani, risultato positivo alla malaria dopo essere tornato dal Congo.

Ma la malaria viene trasmessa dalla zanzara, e per quanto ci riguarda il rischio è ridotto. Non è possibile che avvenga una trasmissione da uomo a uomo”, spiega Ciccozzi.

Com’è noto, l’Oms ha diffuso l’allarme ai massimi livelli perché le autorità sanitarie stanno cercando di identificare la malattia sconosciuta che ha colpito il Congo. Dalle prime analisi è emerso che potrebbe trattarsi di malaria, ma non è escluso che a causare i decessi sia stata la sovrapposizione con un altro virus. Tra il 24 ottobre e il 5 dicembre, sono stati registrati 406 casi e 31 morti.

Qualcuno ha parlato di malaria più aggressiva. Ma non esiste una malaria più o meno aggressiva”, aggiunge l’epidemiologo. Le morti potrebbero essere avvenute “perché una persona ha meno anticorpi. In quella zona del Congo le strutture sanitarie sono inesistenti e ci sono determinate problematiche”.

Tuttavia, “è giusto che ci sia una maggiore attenzione, ma non dobbiamo essere allarmismi. Il lato positivo di questa vicenda è che le persone facciano attenzione. È una cosa che abbiamo imparato dal Covid”.

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