Ha ispirato in oltre 30 anni inchieste giornalistiche, libri e film. Ma la verità sul delitto di via Poma a Roma è ancora avvolto nel più completo mistero.
Il gip del Tribunale di Roma Giulia Arcieri ha respinto in queste ore la richiesta di archiviazione sull’omicidio di Simonetta Cesaroni, avvenuto il 7 agosto 1990. La magistrata ha anche dato indicazioni su come procedere: attenzione a servizi segreti e poteri forti.
Nelle varie indagini giudiziarie ci è finito di tutto nel corso del tempo. Serial killer, servizi segreti deviati, banda della Magliana, collegamenti con i casi di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. Nonostante tutto, però, chi, perché e come ha ucciso Simonetta è ancora un giallo. Le indagini ripartiranno su alcuni punti fermi. Nell’appartamento di via Carlo Poma numero 2 a Roma c’erano dei documenti riservati dei servizi segreti che sono spariti.
Secondo il gip investigatori e pm non dovevano mettere le mani su quegli atti e per questo sono state fatte sparire dopo l’omicidio. La giudice ha chiesto di fare piena luce sugli 007, sul celebre colpo di Massimo Carminati al caveau della cittadella giudiziaria del 1999, ma non solo. La Procura capitolina dovrà sentire molti testimoni. Tra di essi persone che, all’epoca, si erano occupate delle indagini, e i colleghi e i datori di lavoro della vittima.
Raniero Busco, fidanzato della vittima, assolto con formula piena
L’obiettivo è cercare di venire a capo delle incongruenze su alibi e dichiarazioni rese in passato. Il procedimento di cui si era chiesta l’archiviazione era stato avviato nel marzo del 2022, dopo un esposto presentato dai familiari della vittima. I sospetti erano ricaduti sul presidente dell’ex Aiag, l’avvocato Francesco Caracciolo di Sarno, senza però elementi tali da consentire il prosieguo delle indagini. Un processo per la morte di Cesaroni si è già tenuto in tre gradi di giudizio tra il 2010 ed il 2014.
In primo grado era stato dichiarato colpevole dell’omicidio Raniero Busco, fidanzato della vittima, e condannato a 24 anni di reclusione. Nei seguenti gradi di giudizio Busco è stato assolto con formula piena per non aver commesso il fatto. Simonetta era segretaria contabile presso lo studio commerciale Reli sas. Tra i clienti dello studio figurava l’Aiag, l’Associazione Italiana Alberghi della Gioventù. Nel pomeriggio del 7 agosto Cesaroni doveva sbrigare alcune pratiche presso l’Aiag, in via Poma.
La giovane è stata uccisa con 29 colpi, inferti forse con un tagliacarte, proprio in quei locali dopo essere stata tramortita. Il primo sopralluogo nell’appartamento è stato effettuato la sera del 7 agosto dal vicequestore Sergio Costa, all’epoca del delitto in servizio al Sisde e genero dell’allora capo della polizia Vincenzo Parisi.
Anche Costa verrà riascoltato dalla Procura di Roma. Secondo alcune ipotesi Simonetta sarebbe venuta a conoscenza del fatto, mai accertato, che l’Aiag era in realtà un luogo di copertura per alcune attività dei servizi segreti. E che in alcuni archivi erano custoditi documenti che collegavano 007, banda della Magliana e Vaticano.
L’ipotesi del serial killer e il colpo di Carminati
Altra ipotesi al centro di approfondimenti è stata quella del serial killer. Secondo il magistrato Otello Lupacchini e il giornalista Max Parisi quello di Simonetta sarebbe stato l’ultimo di una serie di omicidi. Della lista avrebbero fatto parte anche Mirella Gregori ed Emanuela Orlandi. Infine, c’è il caso del cosiddetto furto del secondo. Quello compiuto dal boss Carminati e da altre 7 persone presso il caveau del Tribunale di Roma nella notte tra il 16 ed il 17 luglio 1999.
Dalla struttura sono state trafugate 147 cassette di sicurezza di proprietà di avvocati e magistrati, contenenti beni per 17 miliardi di lire, ma non solo. Non è mai stata stabilita con precisione la mole di documenti portati via. Secondo alcune tesi in quegli atti c’erano chiari indizi su casi importantissimi tra cui la strage di Bologna, la sparizione di Emanuela Orlandi. E l’omicidio di Simonetta Cesaroni. Appunto.