Con l’arrivo del Natale si torna a parlare anche delle situazioni legate al meteo in tutto il mondo, con alcuni campanelli d’allarme che ci portano a casa di Babbo Natale dove in Lapponia quest’anno non nevica.
Nel nord Europa, in questa porzione di terra, si parla di un aumento medio di 2° rispetto alla media di questo periodo, differenza che impedisce alla neve di fermarsi.
Il noto meteorologo Andrea Giuliacci ha spiegato il perché a Notizie.com: “Questa è l’espressione del cambiamento climatico, la cui principale caratteristica è l’aumento delle temperature medie. Significa che ci sono estati più calde, ma anche inverni più miti. Consideriamo che l’Europa si sta riscaldando a ritmo doppio rispetto a quella planetaria. Gli inverni diventano quindi più rigidi e in certe occasioni invece di neve arriva la pioggia e le temperature per conservarle diventano più brevi. L’inizio dell’inverno quindi inevitabilmente slitta”.
Un cambiamento che di fatto va a distruggere anche alcuni miti legati al Natale. “Anche dove siamo abituati a vedere la neve cadere con frequenza già a fine autunno, può capire che manchi a inizio inverno. Tutte le proiezioni climatiche ci dicono che le temperature sono destinate a salire indipendentemente da quello che faremo. Il maggiore responsabile del cambiamento climatico è l’uomo, attraverso emissioni di sostanze come gas serra che trattengono il calore nell’atmosfera”, continua Giuliacci.
Cambiamento climatico, peggiorerà la situazione nei prossimi vent’anni
Ma cosa possiamo fare per evitare che il cambiamento climatico peggiori la situazione? Così risponde Andrea Giuliacci: “Per contrastarlo dobbiamo emettere minori quantità di gas, inquinare di meno, il problema è che nel frattempo si sono accumulati questi gas e anche se dovessimo smettere oggi di inquinare quello che abbiamo già immesso continuerebbe a lavorare per decenni. Quindi per un ventennio dobbiamo arrenderci, indipendentemente da quello che faremo, un aumento delle temperature“.
Situazione che dunque ci impedirà di vivere l’inverno come lo ricordavamo, anche se l’intervento dell’uomo arà comunque fondamentale. “Per il breve periodo possiamo fare poco, ci dobbiamo adattare e questo non porterà a tornare la neve a casa di Babbo Natale. Possiamo lavorare nel lungo periodo, politiche di mitigazione e azioni che contrastano il cambiamento climatico, favorendo un ritorno al passato, sono intese in ottica lontana nel lungo periodo. Nel breve possiamo solo prendere misure di adattamento”, conclude.