Stordiva gli anziani che aveva in cura con dosi massicce di psicofarmaci fino a provocarne la morte: queste le accuse che hanno portato all’arresto di Paola “Paolina” Pettinà di 46 anni.
Le indagini dei carabinieri di Vicenza sono scattate dopo la denuncia dei familiari di Imelda Stevan, quella che potrebbe essere l’ultima vittima della badante-killer. “L’abbiamo portata in ospedale tre volte. Non sapevamo cosa avesse, era spenta”, hanno spiegato.
“Siamo distrutti e arrabbiati. Ora vogliamo giustizia”, hanno continuato di familiari dell’anziana deceduta dopo le cure e l’assistenza di Paola Pettinà. Nel corso dell’inchiesta sono emersi altri 3 casi sospetti, che porterebbero a 4 il computo degli omicidi. Nelle indagini anche altri 5 tentati omicidi, tra cui quello dell’ex compagno. La donna, ex commessa e profumiera, è accusata di omicidio, tentato omicidio, rapina aggravata e autoriciclaggio. Avrebbe drogato con mix letali di farmaci e benzodiazepine anziani pazienti agganciati sui social e derubati per rivendere oro e gioielli nei compro-oro del vicentino.
La vicenda ha avuto origine a Breganze, Comune del Vicentino. Per gli investigatori la donna, che si spacciava come operatrice socio sanitaria senza averne i titoli, stordiva gli anziani che seguiva con psicofarmaci acquistati in farmacia. Antidepressivi che secondo i carabinieri sarebbero stati acquistati anche senza ricetta medica. Da qui il blitz dei militari in tre farmacie del Vicentino. A contattare la falsa badante trovata sui social anche l’ex sindaco di un Comune del Vicentino, poi convinto dai militari a lasciare perdere l’assunzione per via delle indagini.
Torpore, stordimento, difficoltà di equilibrio
I militari hanno indagato per oltre 9 mesi ricostruendo quante e chi erano le persone curate dalla donna che millantava esperienza in campo sanitario. Il percorso dei carabinieri, tra ospedali, medici e contatti della 46enne ha dimostrato che tutti gli anziani assistiti dall’indagata, sebbene affetti da patologie diverse fra loro, hanno dovuto fare ricorso, dopo le attenzione di Paolina, a cure ospedaliere d’urgenza frutto di intossicazione da psicofarmaci.
Tutti gli anziani avevano gli stessi sintomi: torpore, stordimento, difficoltà di equilibrio. Nella totalità dei casi non erano conseguenze di patologie già diagnosticate. Si trattava di sintomi in precedenza mai manifestati. La donna avrebbe somministrato alle persone che assisteva dosi massicce di farmaci, un mix di Tavor, Xanax e Lorazepam. Sono molti i punti ancora da chiarire, a partire da dove la donna si procurasse i farmaci ad alto contenuto di benzodiazepine. L’ipotesi è che presentasse alle farmacie fotocopie di ricette in bianco, assicurando di possedere a casa gli originali. In pochi mesi aveva acquistato 272 confezioni di Xanax.
I farmacisti rischiano di essere indagati per spaccio di droga
Presso le farmacie si sono recati gli uomini del Nas dei carabinieri. Da verificare se gli esercizi non abbiano utilizzato canali di approvvigionamento dei farmaci diversi da quelli ufficiali. E se i farmacisti abbiano venduto grandi quantità di tranquillanti in spregio alla normativa alla 46enne in assenza di regolari prescrizioni mediche. Se ciò fosse dimostrato, i titolari o dipendenti delle farmacie rischiano di essere iscritti sul registro degli indagati con ipotesi di spaccio di droga. Questo perché da marzo 2024 quelle sostanze stordenti fanno parte a pieno titolo delle tabelle ministeriali delle sostanze stupefacenti e psicotrope allegate al Testo unico stupefacenti.
Da capire, poi, il perché del gesto omicida. Nelle scorse ore Pettinà, rinchiusa in carcere, è stata interrogata dal gip Matteo Mantovani. La donna si è avvalsa della facoltà di non rispondere. L’avvocato Roberto Busa ha detto che la propria assistita “è sconvolta per quanto le sta accadendo ed è in attesa di chiarire la posizione”.