Revenge porn, in aula faccia a faccia con il proprio aguzzino: il caso simbolo di una 42enne. “Ansia e terrore prima del supporto psicologico”

Cartelli con minacce e scritte offensive, video intimi inviati alla madre, l’aggressione. La terribile storia arriva da Roma: un 43enne, E. A., è stato rinviato a giudizio.

La vittima è V. M. di 42 anni. La gup Paola Della Monica ha disposto il rinvio a giudizio con il rito abbreviato. L’uomo è accusato di atti persecutori, diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti e violenza sessuale aggravata, nei confronti della sua ex compagna.

Aula Tribunale
Revenge porn, in aula faccia a faccia con il proprio aguzzino: il caso simbolo di una 42enne. “Ansia e terrore prima del supporto psicologico” (CANVA FOTO) – Notizie.com

Siamo stati ammessi parte civile nel procedimento, un fatto certamente positivo. – ha spiegato in esclusiva a Notizie.com Roberto Colasanti, criminologo clinico e investigativo, colonnello dei carabinieri in congedo, rappresentante dell’associazione Pro Territorio e Cittadini odvAbbiamo supportato la donna dal punto di vista psicologico”. Un supporto che, in vista della deposizione in aula, è centrale. La difesa dell’imputato ha infatti chiesto che vengano acquisiti messaggi WhatsApp e che venga sentita la parte offesa.

Ma facciamo un passo indietro. I fatti si sono svolti a Roma tra novembre 2023 e il 3 marzo 2024, quando il 43enne è stato arrestato. L’imputato dopo la conclusione della relazione, aveva cominciato a perseguitare la donna inviandole numerosi messaggi dal contenuto offensivo e minatorio. Una condotta acuitasi dopo aver saputo che la stessa aveva iniziato una nuova relazione sentimentale. L’uomo avrebbe quindi apposto cartelli di varie dimensioni a ridosso dell’abitazione contenenti minacce e scritte offensive a sfondo sessuale.

Colasanti in esclusiva a Notizie.com: “La donna era in uno stato di forte turbamento psichico”

E.A., in un crescendo di condotte sempre più violente e lesive della sfera privata della donna avrebbe inviato messaggi denigratori al nuovo compagno. Nonché immagini video che riprendevano la donna in atteggiamenti intimi risalenti al periodo della relazione affettiva alla madre di quest’ultima. Arrivando in un’altra circostanza a molestarla fisicamente a livello sessuale. La sentenza è fissata per l’udienza del 7 maggio 2025. Essendo un processo con rito abbreviato, l’unica testimone dell’accusa sarà proprio la vittima.

Ansia revenge porn
Colasanti in esclusiva a Notizie.com: “La donna era in uno stato di forte turbamento psichico” (CANVA FOTO) – Notizie.com

V. M., però, era giunta in uno stato psichico precario. “La donna è arrivata alla prima seduta con il nostro psicologo – ha spiegato Colasanti in uno stato di forte turbamento psichico. Le era impossibile rievocare i fatti occorsi senza entrare in uno stato di intensa agitazione. Soffre di disturbo post-traumatico da stress, lo psicologo la sta seguendo per tutto il tempo necessario. Basti pensare che la 42enne aveva anche cambiato abitazione per sfuggire agli atti persecutori. È fondamentale che le vittime vengano accompagnate lungo tutto il percorso”.

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