Contratto per il comparto sicurezza: la polizia locale esclusa dal rinnovo firmato nei giorni scorsi al Dipartimento della Funzione Pubblica.
Scoppia la polemica del sindacato della polizia locale di Roma: “Noi, visti come una forza dell’ordine di serie C”. L’appello del segretario Marco Milani.
Il rinnovo del comparto sicurezza sarà valido per il biennio 2022-2024 ed è stato firmati dai rappresentanti di tutte le forze dell’ordine dinanzi ai ministri Zangrillo, Giorgetti, Crosetto, Nordio e Piantedosi. Contrariamente alle loro aspettative, i rappresentanti della polizia locale sono rimasti a casa.
Eppure, “la nostra posizione è la stessa dalla metà degli anni Ottanta. Chiediamo una legge di riforma nazionale che ci equipari alle altre forze dell’ordine e ci faccia entrare nel comparto sicurezza”. Così, ai nostri microfoni, Marco Milani, segretario del SULPL di Roma. “Noi dai cittadini e dai sindaci veniamo considerati un corpo di polizia, ma non lo siamo con tutto quello che riguarda tutela e garanzia degli operatori”.
L’esempio più recente per capire questa disparità di trattamento è quello legato a Daniele Virgili, neo assunto che sul lavoro ha perso una gamba, che se non rientrerà al lavoro entro otto mesi perderà il suo posto. A differenza degli altri corpi, infatti, la polizia locale non ha l’istituto di vittima del dovere.
Marco Milani, ecco cosa non funziona per la Polizia Locale
La Polizia Locale non accetta più di essere in una situazione differente rispetto agli altri corpi, su questo è chiaro Marco Milani. Già in precedenza il corpo aveva scioperato, di fronte a una situazione che si era fatta insostenibile. Sebbene oggi non si parli di un altro sciopero, la situazione appare in grande difficoltà con la conseguenza che sempre più elementi della Polizia Locale stanno decidendo di cambiare ordine e scegliere una definizione differente di ruolo.
Non mancano polemiche poi sulla formazione delle forze locali, che continuano ad avere poca assistenza anche sotto questo punto di vista. “L’indennità giornaliera di ordine pubblico nei servizi a rischio a noi non viene riconosciuta anche se siamo a disponibilità del Questore lì per strada e senza corsi di formazione. Le altre forze hanno sei mesi a scuola e sei mesi a reparto, noi dipende dalla buona volontà della pubblica amministrazione. Ci sono comuni dove dopo una settimana di corsi si va su strada, a Roma viviamo una situazione all’avanguardia con corsi della durata di circa tre mesi. Questo non è normale se ci chiedono di fare le stesse cose“, sottolinea.
Una riflessione legata a quello che oggi è la Polizia Locale rispetto alle altre, con una considerazione decisamente bassa e inspiegabile. Spiega Milani: “Siamo visti come una forza d’ordine di Serie C. Oggi non siamo più “quelli che fanno multe” visto che è tutto automatizzato. Facciamo più sgombri e piantonamenti ai campi nomadi o contrasto alla criminalità diffusa che contravvenzione. Ho usato delle parole durissime nel comunicato “forza in subalppalto” e “collaborazionisti della sicurezza”. Stanno tamponando le problematiche dovuti dai tagli alle forze statali dagli anni novanta, tutte hanno perso un 30% nel tempo, con una manovalanza a basso costo perché siamo pagati dai Sindaci e non dallo Stato. Ci chiedendo di dare sempre di più in contesti che non sono quelli di un dipendente comunale. A differenza nostra il sabato e la domenica sta a casa, Natale sta a casa, lavora in un ufficio dalle 8 alle 14″.
E qual è la soluzione? “L’unica via d’uscita è una legge di riforma che definisca quello che siamo diventati e cioè come forza di polizia. L’ultima legge quadro sulla polizia locale è del 1986 pensate e quanto è cambiato il mondo nel tempo. Inoltre ci sono problemi legati alla situazione della sicurezza che creano grande agitazione nel nostro corpo col rischio che in molti decidano di cambiare strada”, conclude Milani.