Mancano ormai pochi giorni al ritorno del presidente eletto Donald Trump alla Casa Bianca, il cui insediamento è previsto per il 20 gennaio prossimo.
Un fiume in piena il tycoon in queste ore, che ha la necessità di completare la propria squadra di governo. E di tranquillizzare i democratici e i repubblicani che lo sostengono dopo le polemiche sullo shutdown scongiurato: “Elon Musk non sarà presidente, di questo potete stare certi”.
Partiamo proprio dalla squadra che accompagnerà Trump nel corso della sua presidenza. Il presidente eletto ha nominato Ken Howery ambasciatore degli Stati Uniti nel Regno di Danimarca. Si tratta di un imprenditore (è il co-fondatore di PayPal e del fondo di capitale di rischio Founders Fund), investitore e funzionario pubblico, già ambasciatore in Svezia durante il primo mandato di Trump a Washington. “Ai fini della sicurezza nazionale e della libertà in tutto il mondo, – ha detto il tycoon – gli Stati Uniti d’America ritengono che la proprietà e il controllo della Groenlandia siano una necessità assoluta“.
L’isola è al momento sotto la sovranità danese. Ma è geograficamente parte del continente del nord America. Durante la sua prima amministrazione, Trump ha dichiarato che stava valutando l’acquisto della Groenlandia da parte degli Stati Uniti. Ed ha annullato una visita di Stato in Danimarca dopo che i funzionari danesi avevano dichiarato che il territorio autonomo facente parte del suo regno non era in vendita. Negli ultimi anni la Russia ha cercato di rivendicare territori fino alla zona economica esclusiva della Groenlandia.
Dunque, un territorio estremamente strategico per gli Usa secondo Trump, impegnato in queste ore anche a schivare gli attacchi in merito alla presunta eccessiva influenza subita da parte dell’imprenditore multimiliardario Elon Musk. Le critiche si sono intensificate nei giorni scorsi. Musk, assieme a Trump, ha pubblicamente contestato l’accordo bipartisan di spesa su cui i leader repubblicani e democratici alla Camera intendevano poggiare l’innalzamento temporaneo del tetto al debito del governo federale. L’obiettivo era evitare lo shutdown government.
“No, non sarà presidente, di questo potete star certi. – ha spiegato Trump – E io sono al sicuro. Sapete perché? Non può esserlo. Non è nato in questo Paese“. Per diventare presidente degli Stati Uniti, infatti, bisogna possedere la cittadinanza americana sin dalla nascita. Musk, invece, è nato in Australia. “Musk “è andato in Pennsylvania, e ci è rimasto. – ha continuato Trump – È rimasto lì per un mese, e ci ha aiutato a vincere in quello Stato con un bel margine. Quindi è stato davvero utile”. Il mese scorso, Trump ha annunciato che Musk e Vivek Ramaswamy saranno responsabili del nuovo Dipartimento per l’efficienza del governo” (Doge). Parliamo di un organo consultivo che ha l’obiettivo di ridurre le regolazioni eccessive, tagliare le spese inutili e ristrutturare le agenzie federali.
Trump potrebbe anche ripristinare il famoso Titolo 42. Si tratta della controversa politica introdotta durante il primo mandato che permetteva l’espulsione dei richiedenti asilo direttamente alla frontiera. “Il presidente Putin ha detto che vuole incontrarmi il prima possibile, quindi dobbiamo aspettare, ma dobbiamo porre fine a questa guerra“, ha poi detto il tycoon in riferimento al conflitto in Ucraina scaturito dall’aggressione russa del 2022. Infine, la questione dell’Organizzazione Mondiale alla Sanità. Secondo alcune fonti Trump starebbe spingendo per far uscire gli Usa dall’Oms.