Uomo picchiato a morte dalle guardie carcerarie in una prigione di New York: il video choc diffuso dalla procuratrice generale.
Immagini raccapriccianti arrivano da un carcere negli Stati Uniti d’America, dove le guardie carcerarie si sono accanite nei confronti del detenuto Robert Brooks, 42 anni, picchiato e ammanettato il 9 dicembre. È morto il giorno dopo in ospedale.
Quanto accaduto a Robert Brooks, quarantadue anni, può davvero essere definita una tortura. L’uomo è stato picchiato fino alla morte da tredici agenti carcerari che si sono accaniti contro di lui nel penitenziario Marcy Correctional Facility, nella contea di Oneida.
L’episodio risale al 9 dicembre: il detenuto era stato trasferito da poche ore in questo carcere da un’altra prigione vicina. Stava scontando una condanna a dodici anni per aggressione di primo grado ed era recluso dal 2017.
Il video che vedrete mostra scene di violenza inaudita e la sua diffusione è stata autorizzata dalla procuratrice generale di New York Laetitia James.
Il video terribile del pestaggio in carcere di Robert Brooks
Secondi, minuti di percosse al volto, all’inguine, anche mentre Robert Brooks è ammanettato su un tavolo per visite mediche. Una delle guardie usa una scarpa per colpirlo sullo stomaco, mentre un altro agente lo tira su per il collo, poi lo fa nuovamente cadere sul tavolo.
Il detenuto è inerme, non riesce a muoversi, ma l’accanimento continua. Gli vengono tolti camicia e pantaloni ed è immobile sul tavolo. Secondo gli inquirenti al pestaggio hanno partecipato tredici agenti e un’infermiera. Tutti adesso sono indagati e potrebbero essere licenziati. Brooks è stato dichiarato morto in ospedale il 10 dicembre.
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La procuratrice generale Laetitia James ha definito le azioni degli ufficiali “scioccanti e inquietanti”. Sull’episodio è intervenuta anche la governatrice di New York Kathy Hochul, che ha affermato di essere “inorridita e indignata” dai video e ha definito l’omicidio di Brooks “insensato”.
“Questi video sono scioccanti e inquietanti e consiglio a tutti di prestare la dovuta attenzione prima di scegliere di guardarli”, ha affermato la James.
Cosa è emerso dall’autopsia al corpo di Robert Brooks
I risultati preliminari dell’autopsia al corpo del detenuto parlano di “asfissia dovuta alla compressione del collo come causa della morte”.
Nei video diffuso non c’è l’audio perché non bodycam non erano state attivate dagli ufficiali che le indossavano. Dopo questo tragico episodio, il Department of Correction and Community Supervision dello Stato ha stabilito che il personale dovrà utilizzare sempre le telecamere indossabili quando interagisce con i detenuti.
“Meritava di vivere e tutti gli altri che si trovano nel carcere di Marcy meritano di sapere che non devono vivere nella paura della violenza da parte del personale carcerario”. Così, Elizabeth Mazur, avvocato della famiglia di Robert Brooks.
Nello stesso carcere, altre violenze in passato
Su questo caso di tortura è intervenuto anche il sindacato degli ufficiali penitenziari: “Ciò a cui abbiamo assistito è a dir poco incomprensibile e non rispecchia certamente il grande lavoro che la stragrande maggioranza dei nostri iscritti svolge ogni giorno”.
La Correctional Association of New York, che si occupa del controllo delle carceri, già due anni fa aveva segnalato in questa prigione episodi di violenza e razzismo. Quanto accaduto a Brooks dunque, “è disgustoso e spaventoso, ma non sorprende”, come ha dichiarato la direttrice esecutiva dell’organizzazione Jennifer Scaife.