Sono 203 gli eventi meteo estremi che in Italia negli ultimi 14 anni, tra il 2010 e il 2024, hanno causato interruzioni e ritardi a treni, metro e tram in tutta Italia.
Il dettaglio emerge dall’ultimo rapporto di Legambiente denominato Pendolaria 2025. Il dossier sottolinea “ancora una volta come le esigenze di mobilità del Paese siano messe in secondo piano rispetto all’eterna rincorsa all’annuncio sulle grandi opere”.
Gli eventi meteo estremi in Italia hanno causato interruzioni e ritardi a treni, metro e tram in tutta Italia. Piogge intense e allagamenti, frane dovute a intense precipitazioni, temperature record e forti raffiche di vento hanno colpito la mobilità in particolare di Roma (con 36 eventi), Napoli (12) e Milano (11). Secondo il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti i provocati dalla crisi climatica aumenteranno entro il 2050 fino a circa 5 miliardi di euro l’anno. In assenza di misure di adattamento, raggiungerebbero un valore tra lo 0,33% e lo 0,55% del Pil italiano al 2050.
“Il trasporto ferroviario, nonostante alcuni segnali positivi, è ancora vittima – commenta Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – di scelte politiche insensate. Che rispondono con fatica ai bisogni reali del Paese. Il 2024 è stato un anno difficile per la mobilità sostenibile e su ferro. Guasti, ritardi, eventi meteo estremi hanno avuto diversi impatti. La continua corsa all’annuncio di grandi e inutili opere, come il Ponte sullo Stretto, che hanno distolto l’attenzione dai veri problemi di chi viaggia in treno ogni giorno”.
Mancanza di servizi essenziali come bagni o accessibilità
Il dossier dell’organizzazione ambientalista comprende anche ritardi, corse soppresse, stazioni chiuse, orari inadeguati. E mancanza di servizi essenziali come bagni o accessibilità per disabili e anziani. Partendo dal portafoglio delle risorse, è a dir poco esiguo l’incremento di 120 milioni previsto nella proposta di Legge di Bilancio 2025 per il Fondo Nazionale Trasporti. Fondo sottofinanziato da anni.
In valori assoluti, i finanziamenti nazionali per il trasporto su ferro e su gomma sono passati da circa 6,2 miliardi di euro nel 2009 a 5,2 miliardi nel 2024, ma questi importi restano ben al di sotto delle necessità e rappresentano un –36% se si considera l’inflazione di questi ultimi 15 anni. La situazione del trasporto su ferro resta critica al Sud. L’età media dei treni, pari a 17,5 anni, è ancora superiore a quella del Nord, dove si è scesi a 9 anni. Inoltre, la rete ferroviaria del Mezzogiorno è ancora in gran parte non elettrificata.