Il Ministero della Cultura dell’Iran ha confermato che la giornalista italiana Cecilia Sala si trova in stato di arresto a Teheran, rompendo il silenzio che era calato tra le istituzioni dello Stato asiatico.
“Cecilia Sala, cittadina italiana, entrata in Iran con visto giornalistico il 13 dicembre 2024 è stata arrestata il 19 dicembre con l’accusa di violazione delle leggi della Repubblica islamica dell’Iran“. Questa la scarna comunicazione giunta dal Dipartimento generale delle relazioni con i media internazionali del Ministero iraniano.
La dichiarazione è stata rilanciata pochi minuti fa dall’Irna, l’agenzia di stampa ufficiale iraniana. “È stata arrestata per aver violato la legge della Repubblica islamica dell’Iran. – ha affermato l’agenzia – Il suo caso è sotto inchiesta. L’arresto è stato eseguito secondo la normativa vigente e l’ambasciata italiana è stata informata. Le è stato garantito l’accesso consolare ed il contatto telefonico con la famiglia”.
Stando a quanto affermato dalle autorità di Teheran, “La politica del ministero è sempre stata quella di accogliere le visite e le attività legali dei giornalisti stranieri, aumentare il numero di media stranieri nel Paese e preservare i loro diritti legali. Il suo arresto è avvenuto in base alla normativa vigente. Saranno forniti ulteriori dettagli se la magistratura lo riterrà necessario”.
Non è chiaro, dunque, quale sia nel dettaglio la legge che Cecilia Sala avrebbe violato nello svolgere il proprio lavoro. La legge fondamentale dell’Iran è la Costituzione, composta da 14 capitoli e che comprende anche all’articolo 175 la radio e la televisione. La Costituzione è in vigore dal 1979 a seguito della rivoluzione iraniana. La legittimità del regime iraniano è riposta sostanzialmente nella sovranità divina e in chi la tutela.
Permangono dunque i timori per il fatto che la detenzione della giornalista in Iran possa rappresentare il mezzo dell’Iran per trattare la scarcerazione di Mohammed Abedini, imprenditore svizzero-iraniano arrestato dagli agenti antiterrorismo della Digos di Milano nelle prime settimane di dicembre all’aeroporto di Malpensa mentre tornava dalla Turchia. Era destinatario di un ordine di arresto da parte degli Usa.
Ciò che è certo è che l’Iran al momento è al 176esimo posto per il rispetto della libertà di stampa secondo la classifica Word press freedom index stilata da Reporter Senza Frontiere (Rsf). La Repubblica islamica figura tra i Paesi considerati “grandi prigioni dei giornalisti”. Basti pensare che nel 2024 sono stati rinviati a giudizio 181 giornalisti e sono state inflitte pene per 31 anni e 6 mesi di carcere.
Cecilia Sala era in Iran per occuparsi di alcuni servizi giornalistici. È stata fermata il 19 dicembre scorso dalla polizia di Teheran. Il caso è all’attenzione del titolare del Dicastero Antonio Tajani, dell’Ambasciata, del Consolato d’Italia a Teheran, della Presidenza del Consiglio dei Ministri. La 29enne è una giornalista freelance che collabora con il Foglio ed è autrice e voce del podcast Stories, di Chora Media. Si trova attualmente in una cella di isolamento della prigione di Evin, quella dove vengono tenuti i dissidenti.
“L’ultima, ma proprio ultima, cosa che serve a Cecilia Sala sono le polemiche da pollaio politico. Gli haters fanno schifo e lo sappiamo. Ma il ruolo del Governo in questo momento è trattare in modo riservato e riportarla a casa, non alimentare sterili discussioni. Le opposizioni responsabili seguono la vicenda con discrezione e attenzione”, ha detto Carlo Calenda, leader di Azione.
“Credo che meno si alimentino le polemiche in queste ore, più sarà possibile arrivare a un esito positivo di questa vicenda. – ha invece commentato Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia al Senato – Di questo si sta occupando con grande attenzione e competenza il Ministro Tajani. Sarà il Ministero degli Esteri, in un contesto molto complesso e articolato ad assumere le decisioni più utili per garantire la immediata liberazione di una donna che non ha nessun motivo per essere perseguitata in questa maniera grave e intollerabile“.