Un Paese è sicuro quando lo dicono i Ministri, la svolta della Cassazione sui centri per migranti in Albania: tutti i dettagli dell’ordinanza

Soltanto il Ministro degli Affari esteri e gli altri Ministri possono designare un Paese come sicuro. A metterlo nero su bianco sono stati in queste ore i giudici della Cassazione.

I magistrati della Suprema Corte sono intervenuti così su una questione che ha tenuto in stallo i centri per migranti realizzati dall’Italia in Albania. Alla Cassazione si era rivolto lo stesso governo, a seguito di alcuni provvedimenti emessi dal Tribunale di Roma.

Cassazione centri migranti
Un Paese è sicuro quando lo dicono i Ministri, la svolta della Cassazione sui centri per migranti in Albania: tutti i dettagli (ANSA FOTO) – Notizie.com

Ripercorrendo brevemente la vicenda, bisogna ricordare che le strutture di Shenjin e Gyader sono state realizzate dal governo a seguito di un protocollo d’intesa firmato con Tirana. I centri sono divenuti operativi ad ottobre. Tra le polemiche, politiche in particolare per i costi eccessivi dell’operazione ed umanitarie per l’esternalizzazione delle strategie migratorie, due gruppi di persone salvate in mare sono state trasferite in Albania.

In entrambi i casi i migranti provenivano da Egitto e Bangladesh. I centri sono destinati ai soli uomini adulti in buona salute e non accompagnati. L’obiettivo è accelerare le pratiche per il rimpatrio o per la richiesta di asilo. Il primo gruppo è stato fatto rientrare in Italia il 18 ottobre scorso. Secondo i giudici della capitale i Paesi di origine dei migranti non potevano essere considerati sicuri. La decisione era basata su una sentenza del 4 ottobre della Corte di giustizia dell’Unione europea (Cgue).

La lista è stata inserita in un decreto legge per fornirle maggiore “forza”

Secondo la Corte dell’Ue, infatti, un Paese, per essere considerato sicuro, non deve attuare persecuzioni, discriminazioni o torture verso i suoi cittadini in nessuna zona del suo territorio. In quel momento la lista italiana dei Paesi sicuri era contenuta in un decreto ministeriale. Dopo il primo dietrofront il governo è corso ai ripari. La lista è stata inserita in un decreto legge per fornirle maggiore “forza”, includendola in una fonte giuridica primaria.

Niente da fare. Come in un déjà vu, a novembre anche il secondo gruppo di migranti è stato fatto rientrare in Italia. Il Tribunale di Roma ne ha ordinato il rientro. Il governo a quel punto si è rivolto alla Cassazione. Altri giudici italiani, nel frattempo, chiamati a decidere su diversi casi sottoposti da cittadini stranieri, si sono rivolti alla Cgue per chiedere chiarimenti su come procedere. Il parere della Corte europea è atteso per il 25 febbraio prossimo.

Nel frattempo, però, la I sezione della Cassazione ha pubblicato oggi un’ordinanza interlocutoria. Non si tratta di una sentenza, bensì di un provvedimento che serve per dirimere una questione e permetterne allo stesso tempo la prosecuzione. Dunque: cosa hanno scritto gli ermellini? In primis, come già accennato, che la designazione di un Paese sicuro spetta soltanto al Ministro degli Affari esteri e agli altri Ministri che intervengono in sede di concerto.

Inoltre il giudice della convalida (nel caso dei migranti in Albania, quello del Tribunale di Roma) “è chiamato a riscontrare, nell’ambito del suo potere istituzionale, in forme e modalità compatibili con la scansione temporale urgente e ravvicinata del procedimento de libertate, la sussistenza dei presupposti di legittimità della designazione di un certo Paese di origine come sicuro”.

Le eccezioni, dunque, non sarebbero di “carattere territoriale” (così era stato interpretato il provvedimento della Corte europea) ma di “carattere personale”. Il giudice può ravvisare gravi motivazioni per ritenere che il Paese non è sicuro per una situazione particolare in cui il richiedente si trova. Ma le eccezioni “non possono essere ammesse senza limiti”. Tali eccezioni, infatti, non sono ammesse a fronte di persecuzioni estese, endemiche e costanti. Condizioni che renderebbero ovviamente il Paese di origine non sicuro facendo venire meno tutti i presupposti di inserimento nella lista governativa.

I confini esterni della ragionevolezza

In definitiva il giudice della convalida “è chiamato a verificare, in ipotesi limite, se la valutazione ministeriale abbia varcato i confini esterni della ragionevolezza e sia stata esercitata in modo manifestamente arbitrario o se la relativa designazione sia divenuta, ictu oculi, non più rispondente alla situazione reale“.

Centri migranti Albania Libra
I confini esterni della ragionevolezza (ANSA FOTO) – Notizie.com

Finalmente con il deposito dell’ordinanza della Cassazione sul ricorso di uno dei migranti fatti rientrare dall’Albania auspichiamo di mettere a tacere le chiacchiere della sinistra che a lungo ha speculato sull’unico modello mai pensato ed ideato per la gestione dei flussi migratori. La scelta di quali siano i Paesi sicuri spetta al governo e non alla magistratura. Lo avevamo asserito sin dall’inizio e adesso, con l’avallo della Cassazione, più forti di prima proseguiremo lungo strada intrapresa, l’unica possibile per il contrasto all’immigrazione clandestina“. Così Augusta Montaruli, vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera.

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