Cecilia Sala è l’ultima giornalista arrestata nel 2024. Nell’ultimo anno sono sono finiti in manette 553 cronisti e operatori dei media in tutto il mondo.
Cecilia Sala è stata arrestata con l’accusa di aver violato le leggi dell’Islam. Ed è reclusa dal 19 dicembre nel carcere degli orrori di Evin. Prima di lei, altri operatori dei media e giornalisti sono finiti in manette nel 2024: i numeri sono allarmanti e restituiscono il quadro di un libertà di stampa in pericolo.
Cecilia Sala si trovava in Iran con regolare permesso giornalistico rilasciato dall’Ambasciata di Teheran in Italia, per conto di Chora Media, con l’obiettivo di intervistare donne sul posto e registrare tre puntate del suo podcast. Sarebbe dovuta tornare a Roma il 20 dicembre, ma è stata arrestata dalla polizia il 19. Ore concitate per i colleghi della redazione e i familiari, fino alla prima telefonata alla madre, nella quale ha raccontato di essere reclusa nel pericoloso carcere di Evin. “Fate presto”, ha ripetuto anche in una telefonata successiva al compagno.
La giornalista ventinovenne si trova in una cella di isolamento con la luce accesa notte e giorno. La diplomazia sta mettendo in campo ogni sforzo possibile per riportarla a casa. Il suo caso però, è emblematico per un particolare motivo: è stata arrestata poco dopo che a Malpensa la Digos ha acciuffato Mohammed Abedini, su ordine degli Usa. L’imprenditore è accusato di aver fornito componenti elettroniche, tramite le sue società, alle Guardie rivoluzionarie iraniane.
L’appello alla comunità internazionale della Stampa: “Fate pressione e riportate a casa Cecilia”
Gli Stati Uniti d’America hanno richiesto ufficialmente la sua estradizione. Del caso di Cecilia Sala si parlerà certamente nel 2025, visto che si trova ancora reclusa a Evin. Per lei si sono mossi la politica e la diplomazia. La Federazione Nazionale della Stampa e la Federazione Internazionale dei Giornalisti (IFJ) hanno chiesto alle autorità iraniane di liberare “immediatamente e incondizionatamente” Sala. “Deploriamo la strategia iraniana di imprigionare giornalisti stranieri per ottenere qualcosa in cambio.
La nostra collega italiana Cecilia Sala è l’ultima vittima di questa macabra pratica”, ha dichiarato il segretario generale della IFJ Anthony Bellanger. “Chiediamo alla comunità internazionale di fare pressione sulle autorità iraniane affinché rilascino subito la reporter”.
Nel 2024 sono finiti in carcere 553 giornalisti e operatori media: il dato è allarmante e arriva da Reporter senza frontiere. Di questi, 528 sono cronisti imprigionati in tutto il mondo. Al primo posto si posiziona la Cina con 115 casi, seguita da Myanmar con 70 e Bielorussia con 52. Al quarto posto troviamo la Russia con 47 giornalisti in carcere, poi Israele con 46 e il Vietnam con 39.
In settima posizione troviamo l’Iran, dove oltre a Cecilia Sala, sono detenuti altri 26 giornalisti, 20 uomini e 6 donne. Reporter senza frontiere è consulente dell’Onu e monitora, aggiorna e denuncia costantemente gli attacchi alla libertà di informazione. Nei suoi report ci sono anche casi documentati di morte o incarcerazione collegati all’attività giornalistica.
All’ottavo posto si posiziona l’Arabia Saudita, dove 26 operatori sono finiti in carcere, al nono la Siria con 25 e al decimo l’Egitto con 23. Scendendo nella classifica troviamo l’Azerbaigian, dove 21 giornalisti sono stati imprigionati nel 2024, l’Afghanistan e l’India con 30, il Kirghizistan con 18, l’Eritrea con 14. E ancora, Turchia e Hong Kong con 12.
La vicenda del premio Nobel Narges Mohammadi
Gli arrestati sono freelance, direttori, redattori di carta stampata e media online, ma anche attivisti per i diritti umani e rappresentanti dell’associazione degli scrittori. Nel 2024 è stata arrestata anche il premio Nobel per la pace 2023 Narges Mohammadi, per la sua lotta contro l’oppressione delle donne nel Paese degli ayatollah e per la lotta per la libertà di tutti gli individui. Negli ultimi vent’anni è stata arrestato tredici volte e condannata a un totale di più di 31 anni di carcere e 154 frustate.
Mohammadi è uscita momentaneamente dal carcere di Evin il 4 dicembre, dopo aver avuto un permesso medico. Secondo i dati di Reporter senza frontiere, molti giornalisti sono attualmente tenuti in ostaggio. 28 in Siria, 9 in Iraq, 5 nello Yemen, 2 in Mali e 1 in Messico.