Milano, divieto di fumo all’aperto e zone rosse, il disagio dei commercianti e la rabbia dei cittadini: “È una dittatura”

Milano ha deciso di fronteggiare la lotta al fumo, disponendo un divieto anche all’aperto a partire proprio dal primo giorno di questo 2025. Senza dimenticare la sicurezza.

Da ieri è vietato fumare anche in spazi pubblici come tavolini all’aperto di bar, ristoranti ma anche strade e piazze. Milano è la prima grande città del nostro Paese ad aderire a quello che è stato chiamato smoke free. Intanto sono state allestite le zone rosse per la salvaguardia dei cittadini.

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Milano, divieto di fumo all’aperto: Nicholas Vaccaro chiede intervento immediato “È una dittatura” (Notizie.com)

I trasgressori alle nuove normative sul fumo saranno puniti con multe che vanno dai 40 ai 240 euro con possibilità di fumare all’aperto solo in luoghi isolati e con un distanziamento di almeno 10 metri dalle altre persone. Dal provvedimento sono però escluse le sigarette elettroniche. È così che si riaprono le stesse polemiche viste ai tempi della pandemia da Coronavirus con grande preoccupazione da parte di chi trova questa legge assurda.

“È una dittatura”, ha dichiarato Nicholas Vaccaro a Notizie.com, esprimendo il parere già lanciato dal Comitato Sicurezza per Milano di cui è vicepresidente. Intanto l’assessore all’Ambiente e verde Elena Grandi ha spiegato, ai microfoni del Sole 24 ore, i motivi del provvedimento come atto a sensibilizzare per scoraggiare stili di vita ritenuti dannosi per la salute comune.

I social network sono stati travolti dalle polemiche dei cittadini in particolare quelli che si lamentavano sulla legge contro il fumo considerandola anticostituzionale. Col ritorno della parola “distanziamento” il tempo sembra tornare indietro a cinque anni fa, quando la pandemia da Coronavirus aveva allarmato in altro senso gli italiani, alimentando però polemiche per zone rosse molto differenti da quelle di oggi.

Sicurezza e zone rosse

Attenzione vigile anche alla sicurezza con l’istituzione delle zone rosse dal 30 dicembre fino a fine marzo. La Prefettura ha voluto tutelare le aree di maggiore attenzione (Piazza Duomo, Darsena, Navigli e le stazioni ferroviarie) con divieto di stazionamento per i soggetti con atteggiamenti molesti aggravati nelle loro posizioni da precedenti penali.

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Sicurezza e zone rosse (Notizie.com)

Si è parlato di circa 880 operatori delle Forze di polizia in campo per controllare le oltre 2mila persone scese in piazza. “Dal 30 di dicembre al 31 di marzo sono state stabilite le zone rosse, ma io a Capodanno in Piazza Duomo ho visto tutta un’altra cosa non la zona rossa che si può fare solo se c’è personale. Con carenza d’ordine è impossibile”, aggiunge Vaccaro.

Chi non rispetterà la zona rossa rischia fino a 3 mesi di carcere con 200 euro di multa. Il Consiglio direttivo della Camera penale invece non sembra essere d’accordo e in una nota sottolinea: “Vogliono anticipare i tempi, introducendo per via amministrativa una parte del progetto securitario contenuto nel “ddl sicurezza” in discussione al Senato sul quale il Consiglio d’Europa ha espresso riserve e allarmi”.

Legge contro il fumo a Milano, la città si divide

Tornando sulla legge contro il fumo a Milano l’opinione pubblica si divide. I non fumatori sembrano entusiasti di non dover vivere più situazioni spiacevoli, magari al tavolo di un ristorante. Chi fuma invece la trova una legge difficile da applicare e che limita la libertà personale. Intanto anche i ristoratori polemizzano, specificando che non è loro compito intervenire per far rispettare questo tipo di normative.

Il Comune parla di un passo in avanti per la cultura e per la sensibilizzazione della popolazione verso la lotta contro il fumo. La vicesindaca Anna Scavuzzo spiega, come riportato dal Corriere della Sera, la necessità legata alla polizia locale: “Faranno il loro lavoro, se sarà necessario scatteranno le multe, ma soprattutto lavoreranno sulla prevenzione dei comportamenti errati. Non sempre è necessario multare, a volte si può anche essere richiamati al rispetto della norma”.

Nicholas Vaccaro, vicepresidente del Comitato Sicurezza Milano, specifica sulla legge contro il fumo attuata a Milano: Questa misura va definita, senza minimi termini, una dittatura. Se stiamo a misurare il distanziamento sulle persone sulla sigaretta è finita. Ieri ero in Piazza Duomo e ho notato che non solo non c’era distanziamento, ma non c’erano forze dell’ordine. Ricordiamo che siamo già in carenza di organico e che non ha senso fare queste disposizioni in una città come Milano”.

Una misura che per Vaccaro non ha senso. “Questa misura non dovevano nemmeno pensarla, non è questa la situazione per contrastare il fumo potevano trovarne altre. Parliamo anche delle persone con problemi psichici o i non vedenti, come fanno a gestire questa situazione, nessuno ha pensato a loro”, aggiunge.

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Legge contro il fumo a Milano, la polemica (Notizie.com)

Aggiunge che i problemi della città al momento sono altri e che si dovrebbe investire in quei settori: “Oggi a Milano il problema più serio è la sicurezza, si dovrebbe intervenire in questo senso”. Sottolineando come la carenza di personale porti a dover compiere delle scelte e a stabilire quello che dovrebbero essere delle priorità.

“Spero che questa legge sia rivista al più presto e che chi ha avuto questa idea assurda, copiando altre città, spero che prenda provvedimenti subito ma non tra un anno, proprio domani”, conclude Vaccaro.

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