Dramma rifiuti in Calabria, due dipendenti pubblici dovranno rispondere di un danno erariale da 40 milioni di euro

Un desolante quadro di inefficienza e disorganizzazione della macchina amministrativa regionale”. È quanto si legge in una nota della Procura regionale della Corte dei conti per la Calabria.

Questa mattina, infatti, Procura e guardia di finanza hanno contestato alla Regione un danno erariale pari a oltre 35 milioni di euro. Il caso riguarda la gestione e lo smaltimento dei rifiuti e riguarda fatti che hanno avuto inizio nel 2000, 25 anni fa.

Finanza rifiuti Calabria
Dramma rifiuti in Calabria, due dipendenti pubblici dovranno rispondere di un danno erariale da 40 milioni di euro (GUARDIA DI FINANZA FOTO) – Notizie.com

L’operazione è scaturita da un’indagine avviata dalla Procura contabile calabrese, coordinata da Romeo Ermenegildo Palma con il supporto del sostituto procuratore Gianpiero Madeo. Il comando provinciale della guardia di finanza ha contestato un danno erariale pari a oltre 35 milioni di euro. La vicenda ha preso in esame l’appalto di un termovalorizzatore e di diversi centri di stoccaggio.

L’ambito è la creazione del sistema integrato di smaltimento dei rifiuti denominato Calabria Nord, aggiudicato nell’anno 2000 dal commissario straordinario di governo per l’emergenza rifiuti in Calabria. L’opera avrebbe dovuto risolvere gli annosi problemi nella gestione e smaltimento dei rifiuti nella parte settentrionale della Calabria. Opera comunque mai stata avviata. A seguito di un contenzioso insorto tra la gestione commissariale e la società aggiudicataria dell’appalto, ha determinato un danno erariale alla Regione Calabria per l’importo plurimilionario contestato.

L’Ufficio commissariale era stato condannato al pagamento di una grossa somma di denaro

Una vicenda molto intricata. A seguito di una controversia con l’appaltatore, l’Ufficio commissariale era stato condannato al pagamento di una grossa somma di denaro. Una pronuncia che però gli inquirenti hanno riscontrato avere diverse gravi criticità. Il lodo veniva quindi impugnato davanti alla Corte d’appello di Roma. Quest’ultima, riconoscendo la fondatezza dei vizi di legittimità eccepiti, ha disposto la sospensione dell’efficacia del provvedimento.

L’ulteriore pronuncia, favorevole alla parte pubblica, è giunta nel momento in cui la Regione è subentrata al commissario di governo. L’Ente, però, è stato travolto dalla mancata tempestiva riassunzione del giudizio. “Tale inopinata omissione – si legge nella nota della Corte dei Conti – ha quindi determinato l’estinzione del giudizio in appello favorevolmente incardinato per la parte pubblica e giudizialmente confermato in un provvedimento esplicito, ed il passaggio in giudicato del lodo arbitrale, già giudicato illecito dal Giudice di appello“.

I due soggetti dovranno rispondere ciascuno per una quota parte del 50%

Gli accertamenti dei finanzieri di Catanzaro hanno permesso di svelare la complessa ed articolata vicenda, individuando i profili di responsabilità amministrativa. Sono due i pubblici agenti citati in giudizio: l’avvocato incaricato della difesa erariale che ha curato la rappresentanza nel contenzioso; il dirigente regionale preposto alla adozione delle iniziative per conto della Regione Calabria.

Finanza Catanzaro
I due soggetti dovranno rispondere ciascuno per una quota parte del 50% (GUARDIA DI FINANZA FOTO) – Notizie.com

I due soggetti dovranno rispondere, ciascuno per una quota parte del 50%, del danno derivante dalla perdita per la Regione Calabria della possibilità di vedere riformata la pronuncia arbitrale, che la Procura contabile ha ritenuto essere elevatissima, quantificandola nel 90% del nocumento complessivo cagionato alle casse pubbliche pari a circa 40 milioni di euro.

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