Il tragico omicidio di Mamadi Tunkara, addetto alla sicurezza di Carrefour accoltellato a Bergamo ieri, ha trovato un colpevole. L’aggressore è stato fermato mentre stava fuggendo verso la Svizzera e ha confessato.
L’uomo è un senza fissa dimora togolese di 28 anni che si chiama Sadate Djiram e che ha parlato di fronte alla pm Silvia Marchina e il personale della squadra mobile.
L’omicida ha svelato che l’aggressione era arrivata in seguito a un momento di gelosia per una donna italiana. Sadate ha specificato che Mamadi aveva iniziato una relazione con la sua ex compagna. Djiram è stato consegnato dalla polizia svizzera a quella italiana dopo il controllo.
Così questi è stato accompagnato dalle forze dell’ordine nostrane da Chiasso a Bergamo per l’interrogatorio che si è tenuto in questura. Il reo confesso stava cercando di partire in treno dalla stazione di Ponte Chiasso in Svizzera. Al momento non sappiamo bene come sia avvenuta l’identificazione e quale sia stato il momento che ha portato al fermo.
Al momento non c’è ancora una condanna e dunque, nonostante la confessione, dobbiamo parlare ancora di presunto autore dell’omicidio. Si tratta di un richiedente asilo che aveva inoltrato la domanda per la prima volta nel 2019 a Palermo e dopo che era stata respinta era tornato lo scorso settembre a Bergamo. Incensurato e senza precedenti studiava alla scuola serale per ottenere un diploma e poter trovare lavoro. Aveva vissuto in passato in Germania a lungo in passato.
Il 36enne gambiano Mamadi Tunkara, vigilante noto col soprannome di Lookman per la somiglianza con il calciatore dell’Atalanta, è stato ucciso ieri alle 15.30 in via Tirabschi a pochi passi dal Comune di Bergamo. Stamattina è stato ritrovato un coltello che probabilmente è stato quello utilizzato per l’omicidio, precisamente all’interno di un cortile di via Paglia.
Pare che Tunkara stesse arrivando al Carrefour, dove svolgeva il ruolo di vigilante, in bicicletta per iniziare il turno. Un uomo di colore l’aveva poi spintonato facendolo cadere a terra per poi colpirlo con tre/quattro coltellate.
Un amico della vittima, rimasto anonimo, ha specificato a L’Eco di Bergamo: “Momadi era un bravo ragazzo. Eravamo amici, ci incontravamo tutte le settimane. Viveva in Italia da almeno cinque anni con suo fratello e da tempo lavorava come responsabile della sicurezza”.
Al momento sono al vaglio le ricostruzioni per fornire ulteriori dettagli su questo episodio di cronaca nera che non può di certo lasciare indifferenti.