L’ex magistrato, Luca Palamara, ora in campo politico cerca di dare il suo contributo per spingere a una riforma sulla giustizia.
Non è uno che si nasconde anzi, quando parla, lo fa in modo chiaro, magari a volte fin troppo tecnico, ma solo perché vuole essere preciso e non essere frainteso su temi, come quello sulla giustizia, che sono delicati e assai complicati.
Poi lui non è uno qualunque, ma un ex giovane magistrato che ha tentato di fare qualcosa ma è stato fermato e bannato dalla magistratura, ma quando parla Luca Palamara bisogna ascoltare, anche perché lui sa bene di cosa si parla, avendo avuto esperienza e soprattutto avendola vissuta dall’interno, sia le cose negative che quelle positive.
In questi ultimi mesi si parla non solo di riformare la giustizia, ma anche di altri temi come l’indulto e l’amnistia, argomento anche questi delicati e lui, l’ex magistrato, usa parole precise: “Sono favorevole all’indulto, a patto che venga fatto con equilibrio anche perché parlo a carattere generale e bisogna stare attenti anche ad alcuni moniti che sono arrivati”.
E poi lo stesso Palamara va nello specifico, tentando di spiegare meglio il suo pensiero: “Indulto e amnistia sono provvedimenti che in un certo qual modo se vengono attuati cercano di risolvere un problema che è soprattutto quello del sovraffollamento delle carceri, ma anche se sono provvedimenti clemenziali, non sono certo di carattere strutturale e, in un certo senso, finiscono per riproporre il problema”.
“Da troppo tempo non si riesce at rovare una soluzione”, parla Palamara
Cerca di andare meglio nello specifico, l’ex magistrato Luca Palamara, tanto che spiega: “Da troppo tempo non si riesce a trovare una soluzione seria sotto questo punto di vista, anche perché il dibattito sulla pena tende a privilegiare l’aspetto rieducativo. Nel senso, può essere un provvedimento contingente che risolve il dramma del sovraffollamento ma, a mio parere, non è un provvedimento organico per risolvere i problemi che ci sono, e che non sono pochi”.
E poi cerca di definire meglio il suo pensiero sul tema dell’indulto: “È un principio corretto se si va a considerarlo quando ci sono persone che sono dentro per reati minori e i processi subiscono tempi lunghi, anche perché deve essere garantito il principio di umanizzazione della pena che è nella nostra costituzione ma che rischia di essere disatteso. Ribadisco però che bisogna stare attenti, a riguardo ci sono stati moniti che vanno ascoltati, per questo è una materia che va trattata col giusto equilibrio”.
Sulla riforma della giustizia, argomento a cui è molto legato e sul quale spinge da tempo, sin da quando era all’interno della magistratura stessa, Luca Palamara cerca di spiegare al meglio quello che si può fare e quello che si sta cercando di non fare: “Tengo particolarmente a questo tema sia dal punto di vista di impegno civico sia perché per esperienza vissuta credo debba essere rimodernata nell’interesse dei cittadini. La storia recente degli ultimi trenta anni dove ci sono state tante promesse, tante parole, a maggior ragione in concomitanza con le campagne elettorali ma poi poco fatti”.
“La storia ci insegna che ogni qualvolta si parla di una riforma della giustizia, sistematicamente si materializza uno schieramento che, coinvolgendo la parte più politicizzata della magistratura associata e gli organi di informazione di riferimento, lavora e quasi mira a impedire qualsiasi voglia di cambiare. Ed è questa l’opposizione giudiziaria da cui il Paese deve liberarsi, credo e spero sia l’anno buono per lavorare a una riforma che metta d’accordo tutti”, conclude.