“Nulla a che fare”. È secca la risposta dell’Iran riguardante l’arresto di Cecilia Sala a Teheran in correlazione con la detenzione di Mohammad Abedini Najafabadi in Italia.
Ad escludere che le due circostanze siano collegate è stato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Esmail Baghaei. Il portavoce, stando a quanto riportato dalle agenzie iraniane Irna e Tasnim, avrebbe risposto ad una domanda diretta.
“Un certo numero di cittadini iraniani sono perseguiti ed estradati in alcuni paesi su richiesta degli Stati Uniti, e noi ci opponiamo a questa mossa. – hanno fatto sapere da Teheran – Sappiamo che è una specie di presa di ostaggi. L’accusa mossa a questi cittadini è di aggirare le sanzioni unilaterali americane. Un’accusa infondata. La nostra richiesta ai paesi è di non lasciare che le loro relazioni bilaterali con l’Iran siano influenzate dalle richieste illegali di terzi”.
Bisogna ricordare che la giornalista Cecilia Sala è detenuta nel carcere di Evin a Teheran dal 20 dicembre scorso. La reporter è accusata genericamente di aver violato le leggi islamiche. Pochi giorni prima Mohammad Abedini, imprenditore 38enne, era stato fermato all’aeroporto di Malpensa dalla Digos su ordine degli Usa. È detenuto nel carcere di Opera per aver violato le leggi americane sull’esportazione di componenti elettronici per droni in Iran. La Corte di Appello di Milano il 15 gennaio alle ore 9 è chiamata a decidere se concedere gli arresti domiciliari all’iraniano.
Per cercare di venire a capo della questione la premier Giorgia Meloni ha discusso con il presidente eletto Donald Trump del caso nel corso della visita lampo a Mar-a-Lago. Massimo è il riserbo dopo il silenzio stampa chiesto dalla famiglia di Sala. Venerdì scorso l’ambasciatore iraniano Mohammad Reza Sabouri ha incontrato a Roma il segretario generale del Ministero degli Esteri italiano Riccardo Guariglia per discutere dei casi dei cittadini detenuti.
Il giorno dopo l’ambasciatrice italiana a Teheran Paola Amadei è stata convocata per protestare contro la detenzione di Abedini. “L’arresto di Abedini è un atto illegale. – ha detto Majid Nili Ahmadabadi, direttore generale per l’Europa occidentale del Ministero degli Esteri iraniano – È stato richiesto dal governo degli Stati Uniti. Ed è in linea con le comprovate intenzioni politiche e ostili di Washington di prendere in ostaggio cittadini iraniani in tutto il mondo. Attraverso l’imposizione di un’applicazione extraterritoriale delle leggi interne degli Stati Uniti”.
L’ambasciatrice Elisabetta Belloni ha annunciato le sue dimissioni
Nili ha aggiunto che la detenzione di Abedini non solo danneggia le relazioni di lunga data tra Iran e Italia, ma “contraddice anche i principi e le norme del diritto internazionale, compresi gli standard sui diritti umani, e può essere considerata una forma di detenzione arbitraria”.
Intanto l’ambasciatrice Elisabetta Belloni ha annunciato le sue dimissioni dalla guida del Dis, il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, a decorrere dal 15 gennaio. Il capo dell’intelligence avrebbe deciso di dare le dimissioni dopo un diverbio con il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, nato attorno alla vicenda di Cecilia Sala. Diverbio nato per alcuni ritardi iniziali nelle comunicazioni relative all’arresto della giornalista italiana che avrebbero infatti complicato la situazione.